25 maggio 2001

Fiera del libro Duilio Gambino – I fiori di Mishima Terrazza Piemonte, Salone del libro di Torino

 
Libri trafitti da lunghe lance insanguinate, in un rito sacrificale nel tempio del libro di Torino...

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Girando tra gli stand del Salone del libro, tra una folla strabocchevole che intasa ogni interstizio, mi accorgo di una struttura che non avevo mai visto. E’ una sorta di rialzo, di piattaforma sospesa, chiamata Terrazza Piemonte. Alzando lo sguardo, scorgo le forme note di un’installazione che avevo notato nello studio di qualche artista. Sono lance da Kendo, rosse del metaforico sangue che cola dai libri trafitti, che l’artista Duilio Gambino ha realizzato per la manifestazione, ospitato e sponsorizzato dalla Regione Piemonte.
Un rito sacrificale il suo, inteso ad omaggiare Yukio Mishima, dai contenuti fortemente simbolici.
Ma chi era costui? Gambino non sembra preoccuparsi del fatto che probabilmente sia sconosciuto ai più e anche nei brevi cenni critici affidati a Francesca Comisso, si parla semplicemente di uno “scrittore-guerriero, protagonista complesso e affascinante della letteratura giapponese del ‘900”. L’atto di cui non si parla ma al quale è riferito il lavoro, è quello estremo, plateale e drammatico di Mishima, di togliersi la vita in pubblico, gettandosi dal balcone del ministero della difesa nazionale di Tokio. E’ la figura eroica del guerriero, del samurai ad affascinare l’Artista, come probabilmente gli scritti, pregni a partire dagli anni ’60 di un certo estremismo ideologico e dell’approdo dello scrittore a posizioni di esasperato nazionalismo e militarismo. Questa ed altre figure importanti del novecento, fanno parte del retaggio culturale dell’artista, che non ha mai fatto mistero della sua fede politica. Ma come si colloca questa installazione nell’ambito del salone? Le pagine dei libri, le parole stesse, sono “oscurate” da strati di vernice nera, nel simbolico tentativo di annientare il potere della scrittura o è solamente uno sberleffo? Una provocazione? Un attacco al Salone stesso? Gambino Mishima
Gambino se la ride. Tra il serio e il faceto e con un pizzico di snobismo, un piccolo j’accuse lo emette, ed è rivolto alla moltitudine di persone che vediamo transitare dall’alto della terrazza. “Questi qua, non leggono mica. Vengono qua esclusivamente a comprare le magliette! Io che di libri ne ho letti, posso permettermi di fare un’operazione del genere…”
L’ospitalità della Regione, il piccolo ma curatissimo catalogo pubblicato, sono un bel risultato per un artista scomodo come Gambino e malgrado ciò, egli non si auto celebra come ritiene facciano molti artisti suoi coetanei, ormai arrivati e stranoti. “Io – mi dice ancora – a differenza loro, non ho niente da difendere, né da perdere…”
Chi non ha avuto la possibilità di recarsi al salone e vedere il lavoro di Gambino, avrà la possibilità di farlo tra Luglio e Agosto, tra le colline astigiane dove, in luoghi suggestivi come Bricco Lù, osservatorio celtico tra quei rilievi, l’artista si produrrà in una grande performance, coadiuvato da cosiddetti Kendoca, gli sciabolatori delle lance da Kendo adoperate per la sua installazione.

Bruno Panebarco
Visitata il 20.05.2001



Duilio Gambino – I fiori di Mishima, installazione – Terrazza Piemonte, Salone del libro di Torino – 17-21 Maggio – Testi in catalogo di Francesca Comisso, Roland Barthes. Infotel + fax: 011.81.75.031 – Studio: p.zza Vittorio Veneto 14 10123 Torino.


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