Dopo 11 anni dalla prima esposizione, la Fondazione Bandera cala i visitatori in un mondo terribile, un percorso allucinato e allucinante tra Eros e Thanatos, tra angeli e demoni in lotta contro se stessi, in una dimensione che si dipana tra realtà e inferno.
Un viaggio, questo, che si dispiega su due fronti mettendo in dialogo la scultura di Paolo Schmidlin (Milano, 1964) con la pittura di Federico Guida (Milano, 1969). Ed è la prima esposizione di una serie di tre appuntamenti che, nei progetti della Fondazione, vedranno protagonisti giovani artisti che si fronteggiano su eterne contrapposizioni. La neodirettrice Marina Pizziolo inizia il suo mandato proponendo un tema che dall’inizio dei tempi interroga l’uomo: l’incontro e la lotta tra il corpo e l’anima.
Significativamente la prima piccola sala confronta A-lato di Guida e Angelo di Schmidlin: l’uomo rosso di Guida alato da foglie di pannocchia e l’uomo/angelo della scultura di Schmidlin, alato nella sua stessa carne per le sue scapole pronunciate.
Il dibattito tra corpo – passione e anima – morte persevera nella mente dello spettatore che vede nelle sculture di Schmidlin la perfetta bellezza di giovani corpi maschili
In modo perfettamente complementare, in una dimensione che si dispiega tra realtà e inferno i personaggi di Guida appaiono schiacciati tra il nero del tempo eterno e piani damascati: angeli con ali che non riescono a farli staccare da terra, persone che lottano tra loro e dentro di loro. In una guerra eterea e reale, universale e personale.
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