Nell’ambito delle manifestazioni legate a Torino Contemporanea: luce e arte, la rassegna Nuovi Arrivi festeggia dieci anni con alcune novità. In primo luogo la sede espositiva della galleria San Filippo è stata sostituita dagli spazi dell’Accademia Albertina, permettendo di usufruire di un’area più adatta e al contempo di infondere nuova vita all’Accademia. In secondo luogo, in occasione del decennale a Nuovi Arrivi è stata affiancata la mostra “Antologia”, che raccoglie i lavori di alcuni artisti torinesi emersi negli ultimi dieci anni e nati fra i ’60 e i ’70. Entrambe le collettive sono imperniate su un tema: L’io e l’altrove nel caso degli esordienti, Paesaggi e ritratti della contemporaneità per i “veterani”. Ciò permette di sganciarsi dalla caoticità di certe rassegne collettive che hanno fatto il loro tempo. Infine, va segnalato il lavoro di gruppo a livello curatoriale, poiché l’impegno di Guido Curto è stato supportato da due junior curator e soprattutto dalla profonda cultura di Gian Alberto Farinella.
Così si possono apprezzare le fotografie della ruota panoramica londinese scattate da Maura Banfo o il visionario vestito da sposa costituito da bottiglie in plastica di Enrica Borghi, la casalinga laracroftiana di Giulia Caira e le stupefacenti foto “acquerellate” di Monica Carocci. All’isola di Antiparos (2004) è dedicato il lavoro anche performativo di Marco De Luca, mentre Daniele Galliano ripropone lo splendido Il cortile dei cinesi (2002). Il rosso intenso dei lavori su carta di Paolo Leonardo si specchiano in Oxide (2001) di Paolo Piscitelli, teche in plexiglass contenenti resine. Ancora pittura, ma ad acrilico e su tavola, per Pier Luigi Pusole con M-2/1, paesaggio delimitato da paradossali spigoli prospettici, sino alle eteree vedute urbane di Francesco Sena.
Sul fronte dei giovanissimi l’attitudine è più scanzonata, ma generalmente consapevole: dalla Trance TV di Massimiliano Apicella, che presenta una scultura iperrealistica seduta su una poltrona composta di libri, di fronte a un televisore in continuo zapping, alle installazioni di Ludovica Carbotta, con una borsa da viaggio che contiene brandelli di vita quotidiana, il tutto riprodotto in scala monumentale. Con la spiraliforme Baby Vision, Chiara Di Stefano fa percorrere un antro costellato da miriadi di diapositive retroilluminate. Sul fronte dell’inventiva tecnica e dell’espressività poetica, è notevole la serie Carta ø1 di Maria Grazia Necardo, che lavora minuziosamente con l’acqua candidi fogli da disegno. Non manca il contributo della scultura, ironico e colto allo stesso tempo, proposto dal giovane originario della Romania Radu Constantin Rata, così come l’interesse per le nuove tecnologie nel frenetico lavoro delle Sweety, la manipolazione fotografica di Alice Belcredi, l’immaginario onirico di Claudio Cassano, la riflessione sull’io fissurato in un puzzle di Francesco Cavalli e l’altro ambientale di Rocco D’Emilio.
In conclusione, fra le iniziative collegate a Nuovi Arrivi va citato Farsi Spazio, rassegna che punta a delocalizzare l’arte dai luoghi deputati. L’anno scorso sono così nate le installazioni in sei ospedali del torinese, mentre quest’anno avrà luogo in dieci scuole cittadine. Con lavori site specific e workshop realizzati dai dieci artisti della rassegna Antologia.
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marco enrico giacomelli
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