Cassiano dal Pozzo è universalmente riconosciuto come uno dei più fini intenditori d’arte del Seicento. In un’epoca per certi versi considerata di oscurantismo artistico e sociale, il ministro di Papa Urbano VIII (per citare solo una tra le numerose e prestigiose cariche ricoperte), ebbe il ruolo di fulcro della vita artistica dell’epoca, per il suo sapiente gusto da cultore e per il suo eccezionale fiuto per gli affari.
Biella, fino al prossimo 16 marzo, nella splendida cornice del rinnovato chiostro rinascimentale San Sebastiano (che per l’occasione riapre le sue sale al pubblico, trasformato in Museo del Territorio), rende omaggio all’illustre concittadino con una mostra di assoluta ricchezza.
La rassegna rappresenta un’occasione unica d’incontro con opere rare e preziose riunite da Cassiano dal Pozzo, personalità di primissimo piano nella Roma seicentesca, celebre diplomatico e scienziato, oltre che collezionista ed amatore d’arte.
Presentata con successo di pubblico e di critica alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma di Palazzo Barberini nell’autunno del 2000, “I segreti di un collezionista” è accresciuta, rispetto all’edizione romana da prestiti di importanti musei europei (Madrid, Parigi, Vienna, San Pietroburgo, Budapest, Pavlovsk), italiani (Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti, Palazzo Barberini, Palazzo Colonna, Galleria Sabauda) e da antiche collezioni private italiane, americane e francesi.
Le oltre 200 opere esposte (tra quadri, sculture, disegni, stampe e manoscritti) rappresentano non soltanto le preziose raccolte pittoriche di Cassiano (con dipinti di Nicolas Poussin, Simon Vouet, Pietro da Cortona, Anton Van Dyck, Alessandro Turchi, Jean Lemaire, giovani e promettenti artisti incoraggiati da Dal Pozzo) e di altri campioni dell’arte europea del primo Seicento, ma esemplificano anche quella sottile e internazionale rete della ricerca scientifica e archeologica ed erudita fiorita nella Roma di Cassiano, capitale segnata da Galileo, prima esaltato, poi condannato dal Papa Barberini.
Tra gli inediti presentati a Biella spicca il Ritratto di Artemisia Gentileschi, opera del Vouet per Cassiano, l’unica effigie sicura della “pittora”, amica del collezionista. Accanto alle preziose tele e ad alcuni straordinari mobili piemontesi, sono inoltre in mostra più di ottanta fogli del Museo Cartaceo, l’enciclopedia visiva costituita da Cassiano, che, alla sua morte, contava circa ventimila disegni di soggetti ed epoche diverse oltre ad un numero imprecisato di stampe.
Con questa importante rassegna, Cassiano Dal Pozzo fa così ritorno nella sua città d’origine, che aveva lasciato per Firenze e Roma. Torna nel biellese, un angolo anche troppo riservato di Piemonte, con una mostra che intende ricostruire i rapporti artistici e culturali tra il Piemonte, Roma e l’Europa nella prima metà del Seicento, rievocando personaggi come la duchessa Madama Reale, Emanuele Tesauro, l’autore del “Cannocchiale aristotelico” e l’abate Cesare Alessandro Scaglia, ministro degli esteri dei Savoia.
Cassiano dal Pozzo: cenni biografici
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Claudio Arissone
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Come articolo, ricalca un po'troppo i comunicati stampa!(è praticamente uguale a quello di "Ansa - Beni Culturali").Un'opinione del recensore non guasterebbe.
Aggiungiamo almeno che Cassiano è stato lo scopritore e l'ispiratore del talento di Poussin, di cui possedette più di 40 dipinti, e al quale commissionò le illustrazioni di una copia del "Trattato della pittura" di Leonardo
esposta in mostra. Sul profondo rapporto che li legava si può leggere il saggio di Marc Fumaroli, "Sainte Françoise Romaine...", Parigi 2001, apparso come catalogo di una piccola mostra tenutasi al Louvre.