Torino scelta come tappa intermedia di un percorso iniziato a Parigi alla Galerie Nelson e destinato a proseguire a Basilea nel corso della fiera Art Basel a metà giugno. È in questi luoghi che prende vita il progetto A propos des lieux d’origine di Pedro Cabrita Reis (Lisbona, 1956). Un lavoro pensato su misura per gli spazi scelti, luoghi in grado di suggerire all’artista le coordinate da seguire per tracciarne una corretta mappatura. Che, resa evidente da materiali d’uso comune come il mattone, il neon, i cavi elettrici, il legno, si trova a sua volta nella posizione di evocarne l’intelaiatura sottesa. O almeno parte di essa, in una sorta di osmosi tra contenuto e contenitore.
Ma si tratta soprattutto di un’installazione concepita in funzione dei visitatori, affinché possano liberamente percorrerla in tutta la sua estensione. E, attraversandola, mettano in atto qualcosa che era stato solo immaginato da Cabrita Reis. L’azione del passeggiare, del misurare fisicamente lo spazio calpestabile, in modo da creare un legame spirituale tra luogo, pubblico e artista. Che è, in sostanza, quanto lui stesso afferma: “Desidero lavorare in una struttura seriale di opere e in questa stabilire una rete di comunicazione, di gente che torna a incontrarsi, di memorie”. Una serialità che, prendendo come punto di riferimento quella del Minimal americano, si espande a tal punto da giungere allo sconfinamento spaziale. E all’invasione totale dell’ambiente a disposizione, che si trova così a diventare parte integrante del processo artistico, insieme ai propri ospiti occasionali.
Anche in questo caso l’installazione A propos des lieux d’origine # 2 realizzata per il nuovo spazio della Galleria Persano, utilizza i consueti materiali poveri per articolare un discorso personalizzato. Fatto di elementi modulari e frammentati che si susseguono ordinatamente. Proiettando sulla candida superficie di questa ex autorimessa per camper, risalente agli anni ‘50, una griglia di filari luminosi. E un intrico di cavi elettrici dall’aspetto di tante terminazioni nervose. Per ribadire ancora una volta la sua radicata tendenza a coinvolgere la sfera della memoria, personale e collettiva.
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claudia giraud
mostra visitata il 16 maggio 2005
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