Articolata su due piani, la mostra presenta un nucleo di 48 disegni di Gustav Klimt (Vienna, 1862-1918) appartenenti alla collezione del noto mercante d’arte Serge Sabarsky. Emblematici del rifiuto delle imposizioni accademiche e del conseguente passaggio ad un linguaggio espressamente simbolista, conservano tutti i tratti salienti dei maggiori lavori su carta del caposcuola secessionista: la sicurezza e la spontaneità del segno, la sinuosità delle linee, la marcata stilizzazione e, non ultima, un’intensa carica erotica direttamente proporzionale, si direbbe, all’essenzialità delle figure.
Di immediata ed incisiva leggerezza, questi disegni vantano una semplicità che è al contempo complementare ed antitetica rispetto alla monumentalità della sua pittura, ricca di motivi decorativi ed interventi materici. “Per ogni dipinto” –spiega Annette Vogel– “Klimt produce un intero repertorio di studi naturalistici di nudi
Tra i disegni di maggior rilievo, oltre agli studi per il Ritratto di Adele Bloch-Bauer prodotti tra il 1903 ed il 1904, spiccano quelli compiuti per il celebre Fregio di Beethoven. Realizzato per la XIV mostra secessionista e distribuito su tre pareti per una lunghezza totale di 24 metri, il capolavoro ispirato alla Nona Sinfonia allude al concetto della redenzione dell’essere umano, nonché all’idea che il suo approdo alla felicità possa avvenire attraverso l’arte. Tra i bozzetti relativi alle immagini che popolano il fregio, sono raccolti svariati carboncini quali Nudo di fanciulla in piedi che guarda in basso e Nudo di fanciulla di profilo a sinistra.
Lavori come Nudo di vecchia in piedi di profilo (1903 ca) e Donna obesa vestita, donna nuda accoccolata dietro di lei (1908 ca), invece, palesano come Klimt non voglia soltanto essere narratore di incanti, armonia e bellezza, ma desideri interpretare apertamente aspetti imprescindibili del ciclo naturale della vita quali malattia e vecchiaia.
Spesso ripresi da una prospettiva scorciata e ravvicinata, se da un lato i corpi sono ridotti all’essenziale, alla semplice linea di contorno, dall’altro sono avvolti da vesti riempite da leggeri intrichi di segni e adornamenti. Considerati ormai un’icona della produzione dell’artista, i panni impreziositi si ritrovano in opere eteree quali Studio per Bisce d’acqua II (1907) o caratterizzate da tratti più nervosi (Studio per Volto pallido, 1907-1908). Sebbene nella pittura di Klimt gli elementi decorativi assumano un ruolo fondamentale, nei disegni essi sono resi in forma assai elementare, fatta eccezione per quelli di epoca più tarda (Donna in kimono, la spalla destra scoperta – Studio per Ritratto di Ria Munk III, 1917-1918).
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