Questa doppia curiosità può essere ricondotta a un
unico termine, ‘calotta’. Sia la terra che l’uomo ne hanno una: è cranica
quella umana, polare quella terrestre. Queste due calotte formano la metà di
una sfera che racchiude i nostri mondi: quello in cui viviamo fisicamente, il
pianeta Terra, e quello che abitiamo metaforicamente, la nostra testa (quando
uno è sovrappensiero non si dice forse “è nel proprio mondo”?).
Nella mostra che invade la Fondazione 107, Salvatore Astore (San Pancrazio,
Brindisi, 1957; vive a Torino) porta sei grandi installazioni scultoree più una
grande serie di disegni, pensate e realizzate site specific durante i tre mesi in cui l’artista ha vissuto e lavorato
all’interno dello spazio di via Sansovino. Tutti i lavori si intitolano proprio
Calotte.
Le grandi sculture in acciaio dell’artista campano
trapiantato sotto la Mole elevano su scala esponenziale il cranio umano, la
struttura ossea più complessa del corpo: 25-28 ossa interconnesse tra loro da
articolazioni fibrose dette suture. Suture che nei lavori di Astore sono i
punti di saldatura che tengono unite tra loro le parti che compongono ogni
lavoro.
Sono opere, dice l’artista, “che riflettono sulla relazione fra uomo e ambiente, sulla relatività
della visione antropocentrica dell’esistenza, sulle forme di controllo e
costrizione nella società contemporanea, sulle potenzialità immaginative della
mente”. I lavori esposti alla Fondazione 107 sono, insomma, metafora della
presenza umana nello spazio che lo circonda, ma anche – vedi il caso in cui una
grande calotta è rinchiusa in un cubo in muratura – vincoli a cui viene
costretto. Il temine che dà il titolo alla mostra, e a tutti i lavori in essa
contenuti, diventa così un concetto che descrive sia l’uomo che l’ambiente in
cui vive, ma che indica anche il “contenitore fisico” da cui l’uomo trae,
genera e rigenera le energie necessarie alla propria esistenza.
La grande serie di 85 disegni chiude la mostra con
immagini che sembrano Tac al cervello o macchie di Rorschach. Due letture che
non si escludono a vicenda, anzi. In fondo, sia la tomografia assiale
computerizzata che il test psicologico ideato dallo psicologo svizzero non sono
altro che due modi per tentare di svelare i misteri custoditi all’interno delle
nostre teste.
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al 28 novembre 2010
Salvatore Astore – Calotte
Fondazione 107
Via Sansovino, 234 (zona Stadio delle Alpi) – 10151 Torino
Orario: giovedì e venerdì ore 15-19; sabato ore 14-20; domenica ore 10-13 e
14-19
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3
Info: tel. +39 0114544474; info@fondazione107.it;
www.fondazione107.it
[exibart]
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ma c'è ancora qualcuno che propone astore? basta please!!!
ma "basta", che ha fatto di male sto povero astore...
ahahah, non so perchè ma mi vien da ridere...