La riflessione sull’essenza e sull’apparenza della donna si estende ad una più ampia indagine sul rapporto tra identità e rappresentazione. Gli artisti protagonisti sono: Mariko Mori, Yasumasa Morimura, Cindy Sherman, Laurie Simmons, Meghan Boody, Claude Cahun, Nikki S.Lee, Janine Antoni. In quasi tutti i casi, tranne per Janine Antoni il cui lavoro si rifa alla pratica scultorea, il mezzo utilizzato è quello fotografico, particolarmente adatto ad investigare l’illusorietà delle nostre capacità percettive.
Gli otto artisti di Who’s that girl? sono, tranne Yasumasa Morimura, tutte donne e quasi sempre compaiono nelle loro fotografie. Qualcuno, come Cindy Sherman sceglie se stessa come protagonista unico delle proprie realizzazioni, qualcun’altro opta per modi più indiretti di presentarsi allo spettatore. Ma ad accumunare queste diverse esperienze sta la ricerca intorno al significato della soggettività, della realtà e della loro rappresentazione. Riflessione che si concentra sull’universo femminile, la cui molteplice identità ben si presta a domande e possibili risposte sul confine che esiste tra la realtà e le interpretazioni che di essa si possono dare.
Il tema dell’identità e della rappresentazione è affrontato anche nella personale di Grazia Toderi, composta da due video, Nata nel 1963 (videoproiezione, 1996) e Ragazzi caduti dal cielo (videoproiezione, 1998) e curata da Francesca Pasini. Nel primo video una bambolina, ruotando su se stessa, osserva alcuni astronauti che scendono sulla luna, nell’altro è invece un astronauta sta fermo al centro del video e di fronte a lui si muove la bambina de Il Mago di Oz. Si determina così un roversciamento speculare e la perdita di una gerarchia prestabilita.
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non ho visto la mostra ma leggendo la recensione mi pare di percepire un forte egocentrismo che traspare dalla scelta dei soggetti delle opere. è un dato significativo che deve far riflettere sulla società di oggi.