Il Museo Marino Marini continua il suo progetto, iniziato ormai da qualche anno, di delineare, nel panorama un po’ confuso dell’arte toscana del Novecento, un percorso che ricostruisca la storia del nostro paese.
Le opere di Rodolfo Ceccotti, esposte nella mostra a lui dedicata, fanno parte di questo progetto di ricostruzione storica, mostrando tutta la lirica e la poesia che affiorano dai suoi paesaggi. Paesaggi composti da blu del cielo e dal verde dei prati che ritraggono tutta la bellezza della natura, quella natura a volte così dimenticata nelle attuali espressioni dell’arte, come se non fosse più capace di suscitare emozioni e rimanere indelebile nei ricordi. E sono proprio i ricordi ad emergere sulle tele dell’artista, che dipinge i luoghi a lui più cari – magari ammirati e ancora ammirati mille volte – seguendo la sua ispirazione e il suo istinto. La luce intensa, il colore delle nubi, il luccichio del mare permettono anche allo stesso luogo di cambiare, così come cambia a secondo della disposizione d’animo di chi li ritrae. Chi conosce i paesaggi toscani e si perde nella vastità del verde, tra i filari di cipressi e i casolari in lontananza disposti isolati sulle piccole colline, non può non perdersi nei paesaggi dipinti da Ceccotti, che riporta gli stessi luoghi con dovizia di particolari, segnati dal silenzio della memoria e dall’affetto dei ricordi.
Osservando infatti, uno dei suoi quadri più significativi esposti in mostra, “ Casa in Maremma” (1995), con i tre cipressi disposti ordinatamente in fila che preannunciano in lontananza l’apparizione del vecchio casolare nel gioco del chiaroscuro della sera, si ha l’impressione che più che la realtà, venga ritratto l’immaginario, il sogno.
E ancora si possono ammirare i paesaggi, dove il blu del cielo si confonde con quello del mare, dove un lampo riesce ad illuminare una notte buia, dove i campi di grani, giallobruni, si muovono al vento caldo dell’estate, dove le nuvole rosa si sostituiscono a quelle grigie minacciose di pioggia. Ricordano, questi paesaggi, i ritratti naturalistici degli artisti stranieri, in particolar modo inglesi, del secolo scorso, ripresi però da Ceccoti con una tecnica del tutto personale, di matrice toscana.
Rosaria Fabrizio
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dopo aver dissolto l'arte alla ricerca di stranezze ed ecco ...l'occhio si riposa nell'ammirare cieli e terre calde della maremma e tutto intorno ritorna nella giusta
dimensione...perché affannarci tanto quando sia con un ciuffo d'erba che un cielo immenso
possiamo esprimerci senza fatica !