La mostra allestita nell’appartamento Siviero di Palazzo Pitti restituisce l’immagine della Toscana di trecento anni fa, la Toscana razionale e illuminista del ‘700, quando ancora nessuno aveva riscoperto la pittura di Beato Angelico e di Botticelli.
Il lungo periodo di tranquillità di cui godette la regione durante il regno di Francesco Stefano (1739 – 1767) e Pietro Leopoldo di Lorena (1767 – 1790) incoraggiò e stimolò l’attività artistica; è in questi decenni infatti che si sviluppa da parte di alcuni mecenati gravitanti intono alla corte lorenese la passione per il vedutismo in quanto genere autonomo.
Le cinquanta vedute scelte dalla curatrice Edit Revai conducono in un viaggio attraverso una Toscana idealizzata ed elegante, tappa obbligata dei grantouristi del Settecento, quelli –per intenderci- che viaggiavano verso Roma e Napoli, culle del Mediterraneo.
Come in un grande puzzle, attraverso le numerose vedute dei monumenti fiorentini, si recupera l’immagine di Firenze vista con gli occhi di artisti italiani e stranieri, Giuseppe Zocchi, Marcus Tuscher, Claude Joseph Vernet, William Marlow, Cosimo Zocchi, Aniello Lamberti, Antonio e Jacopo Terreni.
E’ la Firenze illuminista lorenese, ordinata e tranquilla, con panorami chiari e nitidi, ma anche con scorci sorprendenti, come quello dell’acquatinta dell’inglese William Marlow, che rappresenta il Duomo visto da via del Cocomero, l’attuale via Ricasoli, con l’ospedale di San Matteo, in seguito soppresso da Pietro Leopoldo per costruire l’Accademia di Belle Arti.
L’occhio attento e analitico di Giuseppe Zocchi, famoso per le sue vedute delle piazze fiorentine, si spinge oltre i confini urbani e si sofferma ad osservare la Villa di Poggio Imperiale, quella di Pozzolatico, l’Ambrogiana, Castel Fiorentino e infine Capraria di cui realizza una disegno a penna acquerellato che colpisce per la luminosità diffusa.
In mostra è presente anche la serie di diciotto incisioni di Livorno, colorate con tecnica mista, realizzate da Giuseppe Maria Terreni che ritrae gli angoli più pittoreschi e suggestivi della città, fra cui la Venezia Nuova, la Darsena e il porto, caratterizzati tutti dalla presenza di marinai, navigatori, operai, militari, uomini e donne a passeggio.
Non mancano vedute delle altre principali città toscane dell’epoca, Pisa, Siena e Lucca. Fra tante vedute urbane riproducono invece l’incanto della campagna il disegno acquerellato del bosco toscano eseguito da Francesco Zuccareli e la veduta del bosco di Camaldoli di Antonio Terreni..
Conclude la mostra la carta geografica del Granducato di Toscana di autore anonimo.
stefania zanieri
mostra vista il 6 giugno 2004
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ho appena visitato la mostra e devo dire che la descrizione è decisamente rispondente alla visita!