Nottambulo. Dall’intimità di un’alcova, dall’osservatorio privilegiato e un po’ indiscreto di una finestra sui tetti della città, dalle strade, con lo sguardo rivolto verso l’anima, Piero Pizzi Cannella osserva e metabolizza i silenziosi notturni fiorentini.
Sui grandi pannelli esposti da Alessandro Bagnai la notte si condensa in motivi e linee la cui origine va rintracciata nel moto ondivago del viaggiatore insonne… L’arte di Pizzi Cannella è fatta di materia greve e viscosa, e di pensieri alati.
Con la sua altissima specificità espressiva Pizzi Cannella, classe ’55, si afferma come uno dei grandi pittori italiani viventi e, negli ultimi tempi, la sua presenza in situazioni di prestigio in vari luoghi della penisola ribadisce la sua fortuna presso la critica e presso il pubblico.
Una grande maturità formale e una cifra stilistica autonoma si coniugano nelle opere recenti ad un’inventiva agile e visionaria che produce i formidabili esiti preannunciati a Roma chez Fabio Sargentini e ora presenti, assieme a nuovi lavori, qui a Firenze.
I frammenti da cui germinano questi lavori di grandi dimensioni sono stati isolati dall’artista su fogli di carta da schizzi, incorniciati ed esposti nella saletta seminterrata della galleria. Il ritmo, le forme e i temi delle opere sono intuiti e compiuti tutti in questa ideale anteprima dei grandi scenari che si
In Dorme Firenze la città pigra e torpida galleggia sugli sfondi ocra restituendo l’elemento fondante che assimila tutte le opere esposte: la lentezza dello sguardo che indugia, per l’appunto nottetempo, concedendosi il piacere di sostare e scivolare lungo i dettagli, sul bordo di una sensazione o nella scia di un ricordo.
La stessa lentezza ha giocato intorno al vestito di una donna, come nelle Spose di Mezzogiorno, privandola del corpo ma non degli attributi – le curve, il discendere di una scollatura ardita – che evocano con intensità l’immortale femina.
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pietro gaglianò
mostra vista il 14.XII
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