Puntuale anche quest’anno giunge alla sua diciottesima edizione la mostra di fine corso degli allievi della Scuola internazionale di specializzazione per la grafica d’arte Il Bisonte. E se diciotto sono gli anni di vita della scuola, più di quaranta sono quelli della storica stamperia fondata da Maria Luigia Guaita e Rodolfo Margheri, vero e proprio faro per l’arte incisoria italiana e internazionale (basti ricordare che l’unica litografia stampata in Italia da Picasso è stata licenziata dai torchi de Il Bisonte). Ma se di scuola si tratta certamente non scolastico si può definire quanto esposto negli spazi della Galleria Via Larga, vista la maestria di questi allievi così pienamente matura nel piegare le diverse tecniche incisorie alle proprie esigenze espressive. E certamente bisogna lodare i docenti che, forgiando le competenze tecniche dei loro scolari, ben si sono guardati da qualsiasi tentativo di omologazione della produzione artistica, operando anzi nell’esaltazione delle singole e differenti chiavi espressive. Acquaforte, acquatinta, puntasecca, bulino, ceramolle, xilografia si trasformano dall’uno all’altro secondo l’inclinazione della propria privatissima musa. Citare un nome sarebbe far torto ai restanti, a questa piccola compagine di agguerriti artisti provenienti dai più diversi paesi, in cui balza agli occhi, come sottolinea Lucia Bassignana nell’introduzione al catalogo, una netta prevalenza di partecipazione femminile. In essa riconosce la Bassignana “il segno di una crescente e diffusa consapevolezza di una specificità nostra ( …) che passa necessariamente dal recupero di spazi in cui sia possibile immaginare, creare, giocare e lasciarsi andare”, il recupero, insomma, del dato più istintuale e naturale dell’ispirazione artistica, mentre nelle incisioni dei rappresentanti maschili, seppur caratterizzati da produzioni fra loro diversissime, si vuol cogliere un dato comune nel bisogno di ricollegarsi a una tradizione, “al rimando colto se non proprio alla citazione”. Per gli allievi anche un concorso interno dal tema Il paesaggio violato, accompagnato da una dichiarazione di intenti, quasi un manifesto, in cui si esterna una volontà di denuncia ben precisa: “Protestiamo con le nostre incisioni …”.
Valeria Ronzani
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