Una Zabriskie Point del quotidiano. Dall’assolato deserto californiano alla tranquillità apparente del comò di casa. La deflagrante esplosione profetizza lì un’apocalisse capitalistica, qui una beffarda distruzione del formale casalingo, dell’abitudine, delle icone e dei simulacri della cultura piccolo-borghese.
Lo sguardo profetico dell’artista-protagonista rimuove il senso di colpa connaturato alla distruttività e lascia libero sfogo ad un immaginario dove l’estetica della distruzione predomina la scena, sconvolge l’ovvio e il consueto per ritrovare un ideale microcosmo e riappropriarsi della salvifica estetica della ricostruzione.
Fra le tazzine del servizio buono della nonna, nel candido letto matrimoniale, sulla tavola natalizia imbandita, si annida il terrorismo domestico. Senza preavviso, con una disinvoltura che sfiora il cinismo, queste tranquille scenette familiari deflagrano. Una distruzione affascinante non scevra di ironia mette in discussione la nostra cultura, intimorita dalla morte e dalla trasformazione tanto da tentarne la rimozione totale.
Explosion #12/ tea for two, in corso a Firenze, si articola in un video, dove si ripete parossisticamente l’esplosione delle tazze, dei cuscini e dei biscotti, e nel salottino recuperato in un angolo della galleria, in cui l’artista “ricuce” la propria verità. Rimette insieme i pezzi del servizio da tè, i cuscini bruciacchiati, addirittura il vassoio con pasticcini frantumati. Supera così il “fascino della distruzione e ricostruisce la scena del disastro” con un “esito grottesco, romantico e dram
Il progetto explosion di Loredana Longo (Catania, 1967) è costituito da una serie numerata di opere che esplodono in contesti domestici, tutti eventi accuratamente documentati da video anch’essi parte integrante dell’opera. La fase successiva mostra la stessa disposizione di oggetti ricomposti dai rottami con significato ed aspetto “altro” dal precedente. La serie di video di questo work in progress è costituito da altre undici opere visibili ai Cantieri la Goldonetta, sempre a Firenze. I titoli degli eventi evocano ambientazioni rassicuranti e serene (Sweets, Christmas evening) e nell’attuale esposizione l’opera porta il nome del film Tea for two, pellicola che richiama allegria e spensieratezza. Ma nelle opere di Loredana Longo questo incontro sottilmente romantico non fa presagire nulla di buono.
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Al contrario degli esseri umani, oramai,detronizzati e resi impotenti da una pseudo democraticità - sono gli "oggetti", paradossalmente, a ribellarsi contro la miseria striciante delle coscienze umane, sempre più inquinate ed asservite alla società borghese della merce e dello spettacolo. Gli oggetti, in solitudine esplodono nello spazio domestico, che non è più rifugio protetto, sicuro, ma teatro della catasrofe. L'artista, vuole comunicare l'abbandono momentaneo di certezze sociali, culturali per passare oltre l'ovvio. Questo significa consegnare all'arte, oramai resa impotente, il potere della magia per trasformare le nostre coscienze in tutte le sue infinite forme e utopie. Mi piacerebbe annoverarla in una mostra a Prato.
Savino Marseglia (critico e storico dell'arte indipendente)
Savin