Categorie: toscana

fino al 2.I.2008 | Arte e Omosessualit� | Firenze, Palazzina Reale

di - 14 Novembre 2007
L�hanno segregata dietro una tenda bianca. Va cercata in modo furtivo per il timore di trovare un estintore o un ripostiglio. E invece eccola l�, la povera Miss Kitty, appartata e �pudicamente� coperta. Altro che pensarla idealmente ai Musei Vaticani, come proponeva l�artista in una intervista rilasciata a Exibart. Pi� che dissacrante sembra dissacrata, snaturata da quello spirito senz�altro irriverente ma non blasfemo che Paolo Schmidlin aveva voluto imprimerle, in linea con l�ironia che � da sempre un elemento intrinseco nel suo lavoro.Non sembra esistere un limite al timore reverenziale verso una censura insensata e incomprensibile.
Anche Firenze ha negato il patrocinio del Comune. Purtroppo non c�� rimedio a questa mostra, nata male e mal cresciuta. Alla Palazzina Reale, le opere hanno trovato una collocazione adeguata, ma sembrano aver perso quel pathos e quel fascino di cui erano inizialmente cariche. La mostra appare svuotata di attrazione, triturata nel tritacarne della polemica. Denuncia piuttosto molti limiti nella coerenza delle opere scelte e nel taglio curatoriale. Si percepiscono punti di vista e valutazioni diversi, non integrati in una sintesi dialettica e visiva apprezzabile.
Manca di fascino, di capacit� di attrarre, di ammaliare. La mostra, come asserisce Schmidlin, �dopo tante polemiche, discussioni e colpi di scena, mi sembrava quasi si fosse esaurita da sola. Dal mio punto di vista, la riapertura risulta per certi versi superflua�. Ed � proprio cos�, la mostra sembra essere appassita nel guado della bagarre mediatica e �l�entusiasmo � forse un po� passato dopo tutto quello che � accaduto�, ribadisce Paolo Cassar�.
Le molte opere interessanti �sono entrate, senza metodo, ma per consonanze e affinit� elettive�, sostiene Sgarbi. Cos� troviamo un intreccio di fotografia e pittura, gestualit� dichiarate e sfrontate, come nella serie Joy di Erwin Olaf o nelle foto di Robert Mapplethorpe; e allusioni, atmosfere evocative e simboliche, come in The Kiss di John Kirby, in Sebastiane, psiconauta di Agostino Arrivabene o in La coperta bianca di Gonzalo Orquin.
Solo alcuni guizzi singolari nell�allestimento esaltano l�importanza di alcune di esse. La tanto discussa Piet� di Cassar� viene esaltata da una disposizione significativa, che la pone in primo piano su una fuga prospettica che incorpora il dittico fotografico di Timothy Greenfield-Sanders e il traffico incessante degli Eurostar all�interno della stazione di Santa Maria Novella. E Guy at Wigstock, NYC del �91 di Nan Goldin la si vede e si apprezza soprattutto dal giardinetto di palme della piattaforma ferroviaria del binario sedici.

Ne emerge, aldil� di ogni polemica, la volont� di vivere dal proprio punto di vista. Ed essendo l�espressione artistica umana, �nulla di ci� che � umano ritengo a me estraneo� (Terenzio).


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daniela cresti
mostra visitata il 28 ottobre 2007


dal 26 ottobre 2007 al 2 gennaio 2008
Arte e Omosessualit�. Da von Gloeden a Pierre et Gilles
a cura di Eugenio Viola
Palazzina Reale
Piazza Adua, 50 (zona stazione) – 50123 Firenze
Orario: da marted� a gioved� ore 14-22; venerd� ore 14-24; sabato e domenica ore 11-22
Ingresso: intero € 7; ridotto € 5
Catalogo Electa
Info: tel. +39 0422410886; www.artematica.tv

[exibart]

Visualizza commenti

  • ma per favore! quale punto di vista!? dopo tutto questo rumore la verità è che la mostra non ha nessun punto di vista.

    è esigua in tutto, se questa è una mostra sull'omosessualità è costruita attorno al vuoto, per altro vorrei capire perchè l'idea di omosessulità combacia solo con l'immagine di nudi maschili e (raramente) femminili. mah.. solito modo per prendere in giro tutti..

    p

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