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fino al 2.VI.2003 | Fratelli Alinari, Fotografi in Firenze | Palazzo Strozzi, Firenze

di - 4 Marzo 2003

La portata dell’invenzione della fotografia emerge attraversando le sale della mostra, allestite in bilico fra evocazione e iperrealismo da Giuseppe Tornatore.
Alla metà dell’Ottocento in un’Italia ancora industrialmente arretrata e politicamente divisa cominciava l’impresa degli Alinari. Fin da subito essi sfruttano la specificità del mezzo fotografico e passano dalla visione settecentesca della veduta, del ‘souvenir’ del Gran Tour, a immagini più moderne basate su una visione centrata e assiale, in sintonia dunque con le pretese di oggettività del positivismo. Siamo ancora lontani dall’istantaneità nella ripresa fotografica e le immagini richiedono tempi lunghi e risultano da un processo di analisi sottile.
Nella prima parte si delinea anche la ricerca di un’identità nazionale, modellata sulla contemporanea esperienza francese della Mission Heliographique, ovvero della documentazione dei grandi monumenti del passato e del Medioevo svolta da Viollet Le Duc. Gli Alinari traducono questo spirito e lo applicano non solo al Medioevo quanto al Rinascimento, sentito come più caratterizzante. Cosicchè le vedute di Firenze, Pisa e dei grandi monumenti acquistano un significato civile e politico. Anche l’amore per il dato e per la documentazione – opere d’arte, monumenti, città, paesaggi catalogati in maniera sistematica e quasi da filologi- trovano ampi riscontri nella cultura compilativa ed enciclopedica del secondo Ottocento.
Si chiarisce anche l’accostamento alla pittura dei Macchiaioli, per la comune ricerca di una visione nitida e ‘ben costruita’- per ottenere questo risultato gli Alinari introdussero l’uso di carta cerata- suggerito dal del ritratto di Fattori e dalle fotografie di paesaggio, esemplare del rapporto complesso che da subito s’instaurò tra pittura e fotografia.
Pochi decenni dopo i problemi sociali dell’Italia postunitaria sono documentati da una nutrita serie di fotografie a sfondo sociale, da pensare in parallelo agli esiti pittorici dei veristi: Antonio Mancini, Gioacchino Toma, Achille d’Orsi e in letteratura ai grandi romanzi di Zola che insegnavano a descrivere in maniera impersonale le condizioni della società, oltre che con la situazione storica e politica dell’Italia e alla nascente questione meridionale. Particolare rilievo merita la figura di Vittorio Alinari che, fra i due secoli, si distinse da un lato interessandosi alle avanguardie come la moda ‘pictorialist’ e dall’altro per l’opera di moderno promotore culturale, patrocinando concorsi e ampliando il settore editoriale della ditta.
L’esposizione dimostra come gli Alinari abbiano saputo mantenersi fedeli a quest’indirizzo, sfruttando via via l’innovazione tecnologica; approfondendo e ampliando il patrimonio di immagini dell’archivio, a tutt’oggi un imprescindibile riferimento per chi si occupa di arte e architettura. O persino cedendo l’attività dopo la Prima Guerra mondiale, garantendole la sopravvivenza. La parabola degli Alinari prosegue dunque fino ai nostri giorni con le fotografie a colori e con la realizzazione di nuove campagne, ma soprattutto come conservazione di un patrimonio di strumenti, di conoscenze e di documenti che illustrano la nostra memoria.

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www.fratellialinari.it

silvia bonacini
mostra visitata il 31.I.2003


Fratelli Alinari, Fotografi in Firenze. 150 anni che illustrarono il mondo .fino al 2 giugno, Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi 1, Firenze. Orario e giorni di chiusura tutti i giorni, ore 9-20. Biglietto 8,00€ intero-6,50€ ridotto- 5,50€ residenti- 4€ scuole. Telefono 0552645155. Servizi Visite a cura di CSC Sigma(tel. 0552469600), audioguide. Catalogo Edizioni Alinari, 50€

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