Il Museo d’arte contemporanea e del ‘900 è stato sottoposto ad un nuovo approfondito restauro. E riapre i battenti con una mostra sulla Pop Art pistoiese. La corrente artistica conosciuta come Pop Art, fenomeno tipicamente legato alla cultura anglosassone, esprime la meraviglia, e qualche volta la critica, di fronte all’esplosione del fenomeno consumistico. Nata come movimento Neo Dada, la Pop Art ha quasi subito perso le tensioni dissacratorie e di rottura dedicandosi, specialmente negli Stati Uniti con Andy Warhol, ad una rappresentazione acritica, quando non di esaltazione di oggetti e personaggi prodotti dall’industria. Esprimendo bene lo spirito di una società in forte cambiamento e in ottimistica ripresa dopo le difficoltà della guerra.
Fra le molteplici declinazioni di questo fenomeno artistico, troviamo quella particolarissima elaborata da un gruppo di artisti solitamente uniti nel nome collettivo di Scuola di Pistoia. Questa corrente è caratterizzata dalle spiccate personalità dei suoi componenti, che nei primi anni ‘60 si trovarono a condividere un piccolo studio in Piazzetta Romana. Pur inserito nel modello internazionale, questo gruppo riesce a mantenere una certa autonomia rispetto al resto del fenomeno pop, sia per l’attenzione ai temi legati alla natura che per l’ironia di stampo tipicamente toscano.
Nel 1964 il loro lavoro viene scoperto dal critico Cesare Vivaldi che ne parlerà sulla storica rivista Collage. Nel 1966 Adolfo Natalini esce precocemente dal gruppo per fondare il Superstudio e dedicarsi esclusivamente all’architettura. Contemporaneamente aderisce Umberto Buscioni, fino all’ultima collettiva del 1968 a Firenze.
La mostra propone un’articolata raccolta del lavoro di questi artisti. Il piano terra raccoglie alcune grandi tele di Umberto Buscioni e Roberto Barni. Salendo verso il primo piano ecco Gran finale di Gianni Ruffi, dove la sagoma di due fantini al galoppo si sovrappone allo sfondo mosso. Le sale del piano superiore sono invece dedicate ai lavori di Adolfo Natalini e Ruffi, e nella sala centrale sono messi a confronto lavori di tutti e quattro gli artisti.
Particolarmente interessante la raccolta dei lavori in legno di Ruffi, fra cui Rimbalzi e Pioggia; la vasta esposizione dei lavori pittorici di Natalini solitamente conosciuto come architetto, e i grandi smalti su tela “natura viva” di Barni, provenienti da una collezione privata ed esposti per la prima volta in una mostra pubblica. Questa mostra fotografa il breve periodo di tempo in cui questi artisti si trovarono a lavorare insieme, per poi prendere strade diverse sempre con esiti di rilievo. A dimostrazione di come la provincia italiana sia ricca di fermenti.
giacomo bonciolini
mostra visitata il 25 giugno 2005
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