Le gallerie fiorentine, dagli Uffizi con il Corridoio vasariano alla Galleria Palatina, offrono una panoramica di ritratti e autoritratti che sono autentici capolavori e testimoniano un interesse costante per questo genere che può assumere una grande varietà di declinazioni. La versione ufficiale del ritratto di rappresentanza è una delle possibilità che i Medici usarono ampiamente per trasmettere le loro aspirazioni, i loro successi e la loro ‘politica culturale’. La mostra è un occasione davvero unica di scoprire la complessità dei ritratti ufficiali, che tentavano di fondere l’aspetto documentario a quello informativo e celebrativo.
Tuttavia è con l’arrivo a Firenze di Justus Sustermans che la ritrattistica ufficiale si aggiorna modellandosi sugli esempi di Rubens e Van Dyck, accanto a ritratti eseguiti dai maggiori esponenti del barocco come il Ritratto del Cardinale Leopoldo de Medici del Baciccio, un capolavoro di floridezza e opulenza barocca.
L’aspetto sul quale i curatori hanno particolarmente concentrato le loro ricerche esula tuttavia dalla sola pittura e mira a ricostruire il sostrato artigianale che forniva la corte di quelle suppellettili e articoli di lusso che fanno mostra di sé nei ritratti. Il magistero dell’artigianato fiorentino si dispiega nelle pietre dure, nelle armi negli abiti sontuosi e nei gioielli. Ogni dipinto può essere dunque scomposto e osservato, al di là del suo valore artistico, come prezioso documento dei costumi, gusti e ‘manie’ di un epoca che vedeva Firenze perdere via via la sua influenza politica e il suo ruolo di centro di elaborazione artistica, ma allo stesso tempo capace di preservare e proteggere –con interventi istituzionali- il lavoro degli artigiani-artisti.
Silvia Bonacini
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