L’esposizione, in corso al Foyer degli Artisti, ha il carattere di una mostra antologica che illustra l’evoluzione artistica di Desirau dagli anni ’60 ad oggi. Tutte le tele esposte sono altrettante tappe di un percorso in cui si manifesta con costanza la pacata consapevolezza dell’analisi unita all’ansia della ricerca.
Sin dagli esordi, al tempo dell’adesione all’astrattismo classico fiorentino, in Desirau si delinea la caratteristica fondamentale della sua poetica: la coerenza nell’approfondimento delle proprie intuizioni.
Osservando le tele dei primissimi anni ’60, dense e sature di colore, si intravede già parte di quella disciplina formale che l’artista perfeziona senza sosta e che trova piena realizzazione negli studi prodotti dal ’70 in poi. Il segno grafico diventa di volta in volta un’invenzione nuova, un pretesto per l’indagine di un punto di vista inedito.
Nelle opere più recenti, quelle dell’ultimo decennio, il rapporto dell’artista con la superficie pittorica diventa delicatissimo e raffinato. La ricerca di Desirau non si è esaurita, ha scansato, a dispetto della continuità, il rischio di essere monotona, e assume ora un tono quasi lirico.
Tra le innumerevoli considerazioni che ammiratori e critici hanno espresso sull’opera di Carlo Desirò, rimane fondamentale il contributo di Pier Luigi Tazzi per le sottili intuizioni sull’operazione estetica dell’artista. Questa ha il suo centro di gravità “tra l’astrazione matematica e una dimensione psico-percettiva”. Desirau sorvola i riferimenti alle categorie, seguendo la traccia del proprio linguaggio, in nome di una silenziosa fede nella razionalità della forma.
Desirau ingaggia continuamente un gioco con l’osservatore; il suo lavoro, pur essendo artisticamente compiuto, lascia a chi lo guarda la possibilità – o, come si vuole, il dovere- di fare l’altra metà del balzo verso la creazione. L’opera instaura un rapporto dialogico tra chi l’ha tratta dal profondo del mondo increato e chi la recepisce dandole, a sua volta, ad ogni sguardo, nuove esistenze possibili.
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