Categorie: toscana

La Basilica di San Lorenzo ritrova il suo antico splendore

di - 4 Giugno 1999

E poi quella facciata così scarna, primordiale, incompiuta , che si accorda benissimo, anche concettualmente, con le statue di Michelangelo all’interno delle Cappelle Medicee.
Da 8 anni la basilica era chiusa per restauri. Lavori che hanno riguardato innanzitutto la copertura a cassettoni, nel corso dei quali sono state realizzate indagini stratigrafiche e scientifiche paricolarmente approfondite.
In effetti, il restauro, durante questi otto lunghi anni, si è trasformato in un momento di ulteriore apporofondimento della conoscenza storica e strutturale di un edificio che, come accade di solito per le grandi basiliche ed i templi della cristianità, presenta un’ evoluzione continua nel tempo, lungo tutto l’arco della sua esistenza; dal momento della fondazione (in questo caso è il 393) via via attravesro le fasi delle riedificazioni, degli ampliamenti, delle distruzioni (talvolta) di tutte quelle fasi di vita che fanno delle chiese un a specie di organismo vivente. Un organismo che «respira» l’aria e vive il clima della città in cui si trova.
Del quartiere, della strada.
E così San Lorenzo ha vissuto le vicende della zona in cui è sorta. Le vicende della grande e potentissima famiglia cui il suo nome è legato: quella dinastia dei Medici che a Firenze dette governo e splendore per lunghi tratti della sua storia. Il Palazzo Medici Riccardi è dirimpettaio illustre della facciata principale, e San Lorenzo ospita quelle Cappelle Medicee dove i personaggi che resero famosa e famigerata la famiglia Medici trovano monumentale sepoltura.
Con il termine dei restauri, si pone un punto finale (anche se non esaustivo in senso assoluto) per la ristrutturazione di tutto il complesso Laurenziano. Ovvero per quell’insieme di strutture che oltre alla Basilica comprendono gli edifici canonici collegati e circonvicini, il chiostro e quant’altro.
Non poche dicevamo le sorprese derl restauro. Ad esempio la scopertta del soffitto settecentesco, voluto da Anna Maria Luisa dei Medici negli anni ’30 del ‘700: un soffitto campito tutto di celeste, riquadrato da cornici dorate ed impreziosito da fusaiole e fiori riccamente modellati.
Oppure la certificazione di quella che gli studiosi identificano come una vera e propria cesura nella storia dell’edificazione di San Lorenzo. Una cesura che si verifica intorno al 1452 quando il cantiere per la ristrutturazione dell’edifico era giunto ormai a ridosso della preesistente chiesa medioevale; in quel momento i lavori subiscono un repentino stop che si traduce in un sensibile abbassamento, non avvertibile da terra, del piano d’imposta del soffitto ligneo.
Probabilmente si trattò di una crisi finanziaria che costrinse gli Operai a ridimensionare il piano di ristrutturazione della basilica.
Sorprese anche dal restauro delle pareti della chiesa, la cui tinteggiatura risultava in più parti ossidata e devastata anche a causa delle infiltrazioni d’acqua. Grazie a questi lavori si è verificato come l’assetto e l’immagine della chiesa che noi abbiamo ereditato è assai distante sia da quella Quattrocentesca, sia da quella Settecentesca.
Condizione questa che ha posto alcuni interrogativi di fondo, relativi in particolare a quale degli asetti privilegiare nell’edizione definitiva del restauro. Alla fine si è scelto di riproporre l’equilibrio Ottocentesco, soprattutto perché tale assetto aveva investito tutte le superfici interne della chiesa, compresei gli ampi rimodellamenti delle modanature architettoniche, e non soltanto il soffitto.
I lavori di restauro sono stati condotti dalla Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici di Firenze-Prato e Pistoia, progettati e ditretti dall’archietetto Riccardo dalla Negra, con la collaborazione di Franco Vestri.

Domenico Guarino

[exibart]

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