Venti sono le nazioni che partecipano ai Campionati Mondiali di Sci Nordico in Val di Fiemme e venti sono gli artisti invitati dal Centro Arte Contemporanea di Cavalese e provenienti da quegli stati. La mostra StArt. Un artista per nazione lungo il cammino dello sport parte dalla comune appartenenza geografica di atleti e artisti per riuscire a creare una stretta connessione tra due mondi apparentemente tanto distanti. I luoghi comuni disegnano infatti l’intellettuale nemico del movimento, ma questo evento porta alla ribalta il motto mens sana in corpore sano e lo rimpolpa con le più contemporanee teorie di Marshall McLuhan: la direttrice Orietta Berlanda – curatrice del progetto insieme a Nicola Angerame – ricorda che il filosofo canadese non snobba lo sport, ma lo considera un impulso indispensabile.
StArt riscatta così l’artista e lo dimostra avvezzo a numerosi tipi di sport: dal nuoto al pattinaggio, dal calcio al tennis. Il richiamo alle discipline sportive nelle opere in certi casi è diretto, come nelle lambda print invernali della germanica Karin Andersen, bolognese d’adozione, e nelle immagini acquatiche della finlandese Sirkku Ala-Harja. In altri casi, come negli slogan realizzati da Urs Lüthi per Therapies for Venezia, from Placebos & Surrogates, le opere si rifanno al concetto di allenamento, di esercizio fisico e di gara.
Non manca la competizione anche all’interno dell’evento stesso. Per tutta la durata dei Mondiali verranno proposti infatti sui maxi screen “sacri” delle gare alcuni video, che negli interavalli ruberanno spazio alle pubblicità delle tute da sci. Si accettano scommesse allora se l’arte vincerà la partita con l’energico sport.
Una vittoria è già sicura, quella di avere tutto il mondo in Val di Fiemme per un evento over-nazionale che mette d’accordo due diversi modi di esprimere la nostra identità dinamica.
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