Come interpreta la nostra mente la realtà, il mondo che ci circonda, i nostri desideri, le nostre aspirazioni? Quale linguaggio utilizza e quali immagini memorizza? Yves Netzhammer sembra partire proprio da queste domande per dar vita ad un’arte che affonda le proprie radici nell’inconscio. Attraverso animazioni al computer e disegni sulle pareti, il visitatore viene trasportato nel non-luogo della psiche, dove spazio e tempo sono annullati. Ogni immagine sembra privata del velo dell’apparenza per essere ricondotta alla sua forma più semplice; ogni particolare che non sia indispensabile per decifrare la realtà circostante viene eliminato. Non c’è spazio nei nostri processi cognitivi per il superfluo: siamo manichini asessuati in continua interazione tra loro e con gli oggetti che li circondano. Ne deriva un’analisi lucida e disincantata dell’esistenza umana, un’analisi in cui l’artista svizzero rinuncia alla pretesa di dispensare giudizi morali.
“La disposizione di due opposti nella creazione del loro massimo contatto”, frase che sembra voler rafforzare il concetto della vita come insieme di relazioni tra elementi di diversa natura, uomini, animali, piante ed oggetti, è il titolo del video principale. Il ritmo è lento, il tempo sembra sospeso, come se si verificasse una frattura tra tempo del filmato e tempo reale. Un insieme di visioni apparentemente scollegate tra loro scorrono davanti agli occhi dello spettatore disorientandolo: ci troviamo in realtà di fronte ad una storia, ma il fatto che ci venga presentata in modo diverso dall’ordine logico a cui siamo abituati crea un iniziale spiazzamento. È una storia che presenta aspetti a volte crudi: un uomo-manichino che spinge un altro uomo manichino sotto la macchina in corsa, oppure l’uomo-manichino che balla davanti all’altro paralizzato su una sedia a rotelle; una farfalla dalle ali bruciate, un gatto torturato.
Lo smarrimento dello spettatore è accresciuto dall’impossibilità di cogliere le espressioni del manichino senza volto. Abituati a valutare la realtà secondo schemi di pensiero e parametri fissi, non riusciamo ad osservare le cose senza formulare giudizi di valore. E nel momento in cui vediamo il manichino cattivo toccare i moncherini delle gambe del manichino paralizzato, ci scopriamo profondamente turbati non riuscendo a comprendere se si tratta di un gesto di pietà e pentimento o di irrisione.
Tra i video di breve durata, decisamente meno inquietante risulta quello in cui l’artista, giocando con i colori rosso, giallo, verde, crea un’insolita similitudine tra le mele ed un semaforo.
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