La coppia conosciuta sulla scena internazionale (a rappresentarli a New York è l’Annina Nosei Gallery, mentre a Monaco la Galerie Andreas Grimm) è composta da Thomas Kocheisen e Ulrike Hullmann, entrambi di Colonia. Con la mostra Splitting ritornano ad esporre nello spazio italiano proponendo gli ultimi sviluppi della loro ricerca.
Ogni lavoro è costituito da due tele in acrilico che ritraggono interni principalmente vuoti. In particolare le due parti distinte dell’opera tagliano in due la scena oppure ripetono la medesima porzione di realtà. Secondo questa modalità di raffigurazione una parte è la perfetta continuazione dell’altra, mentre altrove vengono inseriti elementi e particolari che definiscono possibili varianti e fanno presupporre la precisa paternità del tratto, femminile o maschile. Si tratta di caratteri stilistici, quali le sfumature e l’intensità del colore, la forza dei contorni, lievi variazioni prospettiche che rimangono comunque fedeli alla prospettiva originale. Le due parti sono uguali, unite, ma distinte e
ricostruiscono attraverso il doppio l’illusione di un unica composizione pittorica.
In questo modo lo sdoppiamento risulta caricato di una significativa valenza simbolica, riconducibile al concetto riassunto da Hegel nell’affermazione “L’unità è un’aspirazione nei confronti dell’assoluto difficile da raggiungere”. Mentre vengono deprecate la minaccia benjaminiana di ripetitività e l’idea di una riproduzione seriale che squalifica l’oggetto artistico. Quella messa in atto da Kocheisen + Hullmann è un’oscillazione minima, che mette in evidenza un uno scarto, una frazione di distacco, un momento di risveglio, un disturbo.
Ad essere rappresentati sono un letto, un tavolo ricoperto dalla tela cerata a quadretti, uno stenditoio, un cortile chiuso delimitato dal muro ad angolo, un esterno osservato dalla finestra chiusa. La descrizione di stanze di cui siamo sempre coscienti per la presenza di una base e delle due mura che si incontrano ad angolo, può al contempo rassicurare come soffocare, ma la dimensione fredda della la vacuità dello spazio è attutita dalla preferenza dell’uso di colori caldi e pastello.
All’interno delle tele vengono inoltre introdotte spesso note surreali: ad esempio un fiume è attraversato da un ponte in costruzione, è accostata una sedia, la terra è beige e le mura rosate. Sono particolari che stridono all’interno dell’innocenza che caratterizza la realizzazione stilistica del duo, ma ne risultano immagini pulite, aperte e ingenue, ma allo stesso tempo conturbanti.
articoli correlati
Pablo Atchugarry
Beatrice Pasquali
Achille Perilli
anny ballardini
Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…