La mostra, che tra arte, storia e archeologia offre un viaggio a ritroso ai primordi della civiltà, è anzitutto epica nelle intenzioni e nel numero di oggetti esposti: oltre 500 delle più diverse tipologie, per ripercorrere un periodo che da 35000 anni fa giunge fino all’800 dopo Cristo.
Le complesse vicende storiche (ma anche sociali e religiose) che hanno portato alla realizzazione di temporanee quanto articolate situazioni di potere sono testimoniate da una straordinaria quantità di materiali, molti dei quali assai singolari e per la prima volta esposti in Italia: armi, oggetti d’uso ed altri manufatti squisitamente simbolici, comunque sempre emblemi di forza, potere e lusso.
Superato l’incipit -in verità un po’ logoro anche se comunque azzeccato- costituito dall’inizio di Odissea nello spazio, il tuffo temporale è dei più profondi, tra paleolitico e mesolitico, età di cacciatori ma anche di sciamani. Col passaggio al neolitico l’uomo da produttore diventa allevatore, e tra i suoi elementi di status un ruolo privilegiato è assunto dall’ascia in pietra levigata, nel suo doppio ruolo di strumento di lavoro e terribile arma. Il successivo emergere d’un élite guerriera legata all’utilizzo di rame ed altri metalli fa sì che questi nuovi materiali, simbolicamente annessi all’esercizio del potere e al rango sociale, diventino elemento con cui plasmare monili ma anche pugnali ed altre armi. Per la gioia futura di predatori di tombe e più onesti archeologi, questi utenisili-amuleti accompagnavano spesso il corpo del defunto nel suo viaggio ultraterreno. Tra le numerose e preziose testimonianze in mostra, ricordiamo il disco cerimoniale in oro -il più antico dell’Europa centrale- provenente da Stollhof e il pettorale d’argento emerso dalla tomba di Villafranca Veronese.
L’allestimento prosegue analizzando nel susseguirsi temporale il mutare di questi status
Saranno le popolazioni barbariche a restaurare il mito dell’eroe guerriero, non trascurando però l’amore tipico dei popoli nordici per l’artigianato e l’oreficeria, che presto non tarderà a congiungersi con un Cristianesimo sempre più diffuso.
Tra i pezzi più pregevoli in mostra –per la quale consigliamo, vista la complessità del tema, di avvalersi delle visite guidate gratuite- ci sono l’istoriato dittico di Stilicone in avorio, la maschera in bronzo da Kleinklein e l’elmo cerimoniale in oro da Schifferstadt del 1350 a.C., adorno di una decorazione che si rifà a un complesso sistema di calcolo solare e lunare.
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