La luminosità, fragilità ed energia emanate dal nobile materiale ispirano gli artisti nel comunicare la propria creatività e il proprio linguaggio.
Fragile Beauty è un vero e proprio omaggio alla particolare bellezza e al velato mistero del vetro. Si tratta di una ricca presentazione delle possibilità espressive di questo nobile materiale, che si manifesta attraverso la selezione di opere di 14 artisti internazionali appartenenti a diverse generazioni. Gli artisti sono stati scelti per motivazioni e appartenenze a stili diversi, accomunati tutti comunque da una forte, profonda ricerca poetica.
L’apertura a tutti i possibili e impossibili linguaggi dell’arte d’oggi ma anche alle più sottili insinuazioni letterarie, tecnologiche e visive sono i punti cardine di questa esposizione di sperimentazione e invenzione pura.
Andrea Pagnes, uno degli artisti presenti alla mostra ci introduce, dicendo: “Fragile Beauty rappresenta un tentativo di offrire al pubblico un’arte esigente e concentrata, in cui lo sguardo attraverso le cose può rendersi possibile attraverso un diverso utilizzo delle qualità proprie di un materiale difficile e complesso quale il vetro”.
La Marco Polo Glass Gallery ha ambiziosamente progettato l’evento affidando ad artisti di fama mondiale il compito di pensare e di realizzare opere d’arte in collaborazione con alcuni tra i più valenti maestri vetrai dell’antica e secolare tradizione muranese. Per il futuro sono previsti workshops per ripensare le forme e i significati di questi leggeri manufatti forgiati dal fuoco in maniera più ampia, più articolata, con l’idea e il sogno di formare una scuola di artisti del vetro.
Un ampia sala, un moderno loft contemporaneo, in passato fucina del vetro ospita le opere in mostra: insieme si specchiano e si contrappongono in un percorso dialettico di sottili citazioni, metafore, allusioni.
Il vetro, in virtù della sua naturale duttilità e trasparenza, ha suscitato l’attenzione e la sensibilità artistica di grandi artisti contemporanei. Le particolari doti: purezza, lucentezza, fragilità e forza consentono agli artefici di comunicare la propria creatività e il proprio linguaggio espressivo in un modo nuovo e originalissimo.
I 14 maestri che si sono cimentati con gli incantesimi del vetro soffiato e delle bolle iridate o con l’impatto di blocchi incandescenti e compatti sono Joseph Kosuth, che presenta un’opera del 1965, Yoko Ono, Tony Cragg e Steve Tobin, sempre con opere pensate precedentemente la mostra, giungendo fino agli autori di vere e proprie installazioni ideate e progettate per il vasto spazio della Marco Polo Gallery: Izumi Oki, Dean Jokanovic Toumin, Markus Shaller, Loris Cecchini, Anna Muskardin, Graziano Guarnieri, Andrea Morucchio, Seamus Farrell e Andrea Pagnes.
Scrive, nel catalogo della mostra, Giovanni Iovane, curatore dell’evento: “È difficile, nel Novecento, trovare qualcuno che scriva in campo aperto della “bellezza in sé”; molti, invece, lo fanno come economico, a buon mercato, termine di paragone…. Eppure, il vetro possiede una sua specificità, immediatamente visibile sotto gli occhi di tutti, che rende scusabile e perfino opportuno pensare una mostra a partire dalla sua particolare sostanza materiale, dalla sua apparente leggerezza o fragilità, dalla sua trasparenza o complessa e variegata opacità, dalla sua impareggiabile capacità di reagire da sé alle caratteristiche dell’ambiente che lo ospita; insomma, il vetro sembra essere la cristallizzazione del linguaggio artistico”, e aggiungiamo noi di quella Bellezza che riesce a non essere contagiata e sopraffatta dal consumo immediato e dalla eccessiva ed elementare riproduzione.
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Tema affascinante...molto belle le foto
bellissimo articolo e meraviglioso il tema. Avrei gradito piu e piu foto! CIAO