Fino al 10.III.2002 | Araki In Venice | Venezia, Fondazione Querini Stampalia

L’esposizione è una sezione speciale di Suicide in Tokio, una personale del fotografo presentata nell’ambito della terza edizione di VENEZIA IMMAGINE-Salone della Fotografia di Venezia.
Questa duplice presenza di Nobuyoshi Araki nella città lagunare ripropone questo fotografo al pubblico italiano a due anni dalla mostra Viaggio Sentimentale presentata al museo Pecci di Prato e offre un’ampia selezione di fotografie, oltre 2.800, e di video. Questo materiale e un’intervista all’artista permetteranno una lettura intensa ed approfondita delle immagini del Maestro.
Il tema di entrambe le mostre è rappresentato dal travestimento, dalla maschera e dalle infinite speculazioni e divagazioni che Araki è in grado di inventare attorno all’universo femminile. La mostra ospitata presso le sale del Palazzo della Fondazione propone una serie di scatti inediti dedicati alla città di Venezia durante i giorni del Carnevale. Si tratta, tuttavia, di una serie di ritratti e di immagini di una Venezia non convenzionale e slegata dagli stereotipi consueti. Araki mostra una città che, in un periodo dell’anno in cui per tutto il resto del mondo resta il centro di feste e follie, procede con tranquillità nel suo vivere quotidiano. Lo sguardo del fotografo appare cogliere a tratti una città malinconica, che presenta il Carnevale come illusione per turisti che l’affollano e che riempiono le feste veneziane.
La mostra propone anche una piccola sezione dedicata alla serie Jeanne D’Araki, realizzata dal Maestro nel 1965, quando era maggiormente influenzato dal cinema neorealista italiano e dalla Nouvelle Vague francese. Le immagini che compongono questa serie sono il frutto di una ricerca che il fotografo giapponese ha dedicato all’eroina francese Giovanna D’Arco, dopo aver assistito alla proiezione del film muto La Passion de Jeanne D’Arc, realizzato da Carl Theodor Dreyer nel 1928. Si tratta dell’ultimo lavoro in cui Araki usa la tecnica del montaggio di più immagini per giungere all’opera definitiva.

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C.S.
mostra vista il 18 febbraio