Draghi: due in bronzo con i corpi attorcigliati come serpenti e uno in ferro dorato a forma di piccola serpe, danno rispettivamente il benvenuto e l’arrivederci al pubblico, all’inizio e alla fine del labirintico e suggestivo percorso della Casa dei Carraresi. Il drago (Long) è un simbolo di potere, mitica raffigurazione dell’imperatore, e ben si presta a divenire il suggello di questa affascinante esposizione dedicata alla fondazione dell’impero cinese. La mostra permette un viaggio di ricostruzione delle prime dinastie regnanti, illustrando la vita dell’epoca ed esaltando la qualità e la particolarità delle opere artistiche prodotte. Questo percorso, che segue idealmente il tragitto della Via della Seta, la strada commerciale tra Oriente e Occidente, è la prima di tre grandi mostre che la Casa dei Carraresi ospiterà fino al 2012.
Nel 221 a.C., il re di Qin, Ying Zheng ovvero Qin Shih Huangdi, si proclama imperatore della Cina, sottomettendo i vari principati feudali in guerra tra loro (epoca Zhanguo dei regni combattenti) e unificando le lingue, i pesi e le misure. A questo periodo della dinastia Qin (221-206 a.C) risale la costruzione della Grande Muraglia e la creazione di statue di animali in terracotta, in particolare cavalli e gli inservienti che se ne occupano. Il tiranno Zheng viene poi abbattuto dai ribelli.
Dal 206 a.C. al 220 d.C. è il regno della dinastia Han, con l’apertura della Via della Seta e l’ampliamento dell’impero fino alla Persia. A quest’epoca appartengono alcuni oggetti preziosissimi, ricercati dagli Antichi Romani, come le sete autentiche, dai raffinati ricami e giochi di colore, eccezionalmente esposte per la prima volta in Italia.
L’impero viene in seguito diviso in Han Occidentali (206 a.C-8d.C) e Han Orientali ( 225-220 d.C) dall’usurpatore Wang Mang. In alcuni scavi di tombe sono stati rinvenuti modellini di abitazioni perfettamente conservati.
Dal 220 al 618 d.C è il periodo delle dinastie intermedie con le invasioni di tribù semibarbariche dalle steppe settentrionali. E’ con il regno Tang (618-907 d.C.) che si ha il vero rinascimento cinese. L’apertura all’Occidente grazie al commercio fa conoscere le arti, la musica e i giochi che influenzano la cultura orientale verso una maggiore libertà dei costumi. In mostra sono esposti alcuni guerrieri di Xi’an, l’importantissimo esercito di terracotta scoperto con grande scalpore mondiale in una fossa nel 1974. Questa “ottava meraviglia del mondo” è sopravvissuta dopo 22 secoli di sepoltura, rivelando cavalli e cavalieri a grandezza naturale, dallo sguardo fiero e coraggioso.
Le ultime sale sono dedicate al Buddismo. Nel periodo intermedio tra Sui e Tang, l’influenza della scultura indiana e greco-romana permea l’arte statuaria cinese. In particolare, dall’India la cultura buddista invade la Cina con un proliferare di statue in pietra di Bodhisattva e altari dorati, finemente cesellati.
La mostra, abilmente allestita e spiegata nei dettagli in italiano, inglese e cinese, oltre all’evidente intento didattico, meraviglia per la ricchezza e l’unicità dei reperti esposti. Il curatore dell’evento è Adriano Madaro, uno dei maggiori conoscitori della Cina, e per la realizzazione del progetto sono stati coinvolti direttamente esperti inviati dal governo cinese e dalle istituzioni culturali cinesi più significative, nonché 60 musei.
Inoltre, hanno collaborato alcune organizzazioni culturali per la promozione dei rapporti Italia – Cina. Un altro obiettivo fondamentale, infatti, è quello di auspicare tramite questa mostra una comunicazione e un legame pacifico e proficuo con la Cina, così come in passato la Via della Seta aveva unito mirabilmente tradizioni tanto diverse.
vera agosti
mostra visitata il 25 febbraio 2006
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