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Fino al 2.XI.2014 | Vedova in tondo | Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia

di - 20 Settembre 2014
Vedova non ama le mezze misure. E non le ammette in chi entra in contatto con la sua opera. Incontrarne l’arte significa anzitutto accettare di immergersi completamente in un universo di tensioni emozionali che vedono la gestualità del colore farsi strumento di un rapporto quasi fisico, intensamente vissuto, totalmente partecipato. È ciò che si rinnova ogniqualvolta la Fondazione che di Vedova e della moglie Annabianca porta il nome ne propone il lavoro.
Quest’anno lo fa presentando un ciclo, Dischi, Tondi e Oltre, che dialogano con grandi tele, alcune delle quali presentate per la prima volta. Opere circoscritte entro il periodo 1981-87.

La visita, in questa inesistente estate ’14, è stata seriamente messa in difficoltà da pioggia, alta marea fuori stagione, onda lunga delle grandi navi che sferza il canale della Giudecca su cui si affacciano le Zattere, e dai capricci del sistema wireless della spettacolare macchina espositiva di Renzo Piano, che il 12 luglio non ha governato a dovere la movimentazione delle navette cui sono appese le tele, impedendo di apprezzarne tutte le tre serie. Ma quel che s’è visto è stato comunque – e sempre – emozionante. Emozioni vissute su due diverse lunghezze d’onda. La prima, la più familiare, storicizzata di Vedova, è quella del forte impatto con il formato di grandi dimensioni, sia pur temperate dal filtro geometrico del “tondo”, quasi il maestro volesse misurarsi con un autocontrollo del gesto che di norma non accetta limiti di sorta. La seconda è l’incontro con il dettaglio cromatico delle tele, con la sfumatura “lagunare”, caché, raffinata nelle intime, quasi subliminali allusioni figurali. “Lagunare” come la musica di Nono, altro poeta della venezianità spesso associato a quello di Vedova. Dal 1960 della partitura elettronica Omaggio a Vedova il compositore crea con l’artista un sodalizio che quello stesso anno si consolida con l’azione scenica Intolleranza ’60, ed è sancito nel 1984 (ormai quarant’anni fa) con la “tragedia dell’ascolto” Prometeo.
I curatori Germano Celant e Fabrizio Gazzarri hanno pensato di associare all’evento un momento musicale, invitando al confronto con le opere esposte un grande talento e un nome di richiamo come il pianista Stefano Bollani, che nell’apertura del 16 maggio ha offerto una performance immortalata nel bel video presentato in mostra. Auguriamoci che questo connubio possa avere séguito nelle prossime iniziative della Fondazione, ritornando – già una volta si era fatto con la presentazione di bozzetti di Vedova e documenti originali della prima assoluta di Intolleranza ‘60 in occasione di una sua ripresa alla Fenice – sul rapporto Vedova-Nono, magari aggiornandolo con la proposta di nuove composizioni musicali.
Luigi Abbate
Mostra visitata il 12 luglio
Dal 17 maggio al 2 novembre 2014
Vedova in tondo
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Venezia, Magazzino del Sale, Zattere 266
Biglietteria Spazio Vedova, Zattere 50
Orari: 10.30-18.00, chiuso il martedi
Info:  +39.041.5226626, www.fondazionevedova.org

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