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fino al 31.VII.2004 | Petrarca e il suo tempo | Padova, Musei Civici agli Eremitani

di - 26 Luglio 2004

Su invito di Iacopo II da Carrara, signore della città, Francesco Petrarca giunse una prima volta a Padova nel 1349, per accettare il canonicato offertogli. Già molto conosciuto nei circoli culturali, Petrarca si stabilì definitivamente nell’amata città solo in un secondo momento, nel 1368, su pressante richiesta del nuovo signore, Francesco da Carrara. Vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1374, dopo aver concluso in questi suoi ultimi quanto intensi anni le sue opere più celebri: l’Africa, il Canzoniere, i Trionfi, nonché il De viris illustribus.
L’esposizione, con indubbia efficacia anche allestitiva, ricostruisce con minuzia filologica sia la Padova del tempo –con un’ovvia predominanza di aspetti artistico-culturali- che e la figura di Petrarca, in particolar modo la fortuna della sua produzione letteraria.
Alcuni importanti documenti trecenteschi contestualizzano per esempio Padova dei Carraresi: dagli Statuti della città a quelli di alcune corporazioni professionali, fino all’iconografia stessa della famiglia indissolubilmente legata alla storia della città tra la seconda metà del Duecento e la fine del XIV secolo.
Di maggior fascino, per numero e soprattutto qualità dei reperti, la vasta sezione dedicata alla cultura nel Trecento. Preziosi oggetti liturgici, come la Croce processionale della Cattedrale o quella eseguita con smalti traslucidi alla corte papale avignonese, antichi reliquiari e codici che testimoniano gli stretti legami tra Padova e la cultura d’oltralpe; tra questi anche lacerti d’affresco eseguiti dal Guariento che forse sarebbe stato meglio lasciare in situ nella chiesa degli Eremitani, a pochi metri della sede espositiva.
Senza soffermarsi troppo sull’accurata quanto filologica sezione dedicata alla musica al tempo del Petrarca, o su altri pur assai interessanti opere esposte -come l’enorme arazzo cinquecentesco legato al tema dei Trionfi- qualche parola va senz’altro spesa per quella particolare tipologia d’oggetto che predomina numericamente quanto qualitativamente tra le 170 opere inserite nel percorso: i manoscritti e i libri a stampa.
Se questi ultimi documentano con completezza la fortuna dei testi petrarcheschi fino all’Ottocento, i primi interessano per la ricchezza dell’apparato decorativo e per l’unicità del loro contenuto; è quest’ultimo il caso del codice 3196 della Biblioteca Vaticana, contenente prime stesure del Canzoniere autografe del Petrarca. Tra i numerosi codici miniati, di particolare bellezza quelli d’età umanistica dedicati ai Trionfi. Due in particolare: quello della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, miniato a piena pagina da un artista mantegnesco, e quello del Victoria and Albert Museum, opera del calligrafo Bartolomeo Sanvito e di un’equipe di miniatori capitanati da Franco de’Russi. Un raro esempio di gusto antiquario al tempo assai diffuso, che riprende l’uso della porpora e della crisografia dal tardoantico, modelli architettonico-scultorei e perfino epigrafici dalla romanità, in quegli anni tanto amata anche dal Mantegna.

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Petrarca e il suo tempo, a cura di Gilda Mantovani
Padova, Musei Civici agli Eremitani
mar-dom 9.00-19.00; giov anche 21.00-23.00
ingresso intero € 10,00, ridotto € 8,00, scuole € 5,00, comprensivo di visita alla Cappella degli Scrovegni € 12,00
Guida breve alla mostra ed. Skira
tel. 049.8204502, fax 049.8204547
mostrapetrarca@comune.padova.it
www.padovacultura.padovanet.it
Alla mostra è collegato un itinerario dedicato ai luoghi di Padova legati al poeta. Le tappe sono: Chiesa degli Eremitani, Palazzo della Ragione, Tomba di Antenore e monumento a Lovato dei Lovati, Accademia Galileiana e Sala dei Giganti, Battistero del Duomo, Museo Diocesano, Casa del Petrarca, Complesso di S. Antonio


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