Colpisce immediatamente il silenzio e il senso di assoluto offerto dai lavori ad olio di Ettore Frani: una dimensione non dicibile, dove sulla superficie pittorica è presente il segno lasciato da un’eccedenza che la trascende. Ombre e figure emergono da velature lattiginose, oppure tentano di fuoriuscire da fondi di un nero magmatico, come nel caso di Ostaggi e radure (2007-2008).
Ogni figura intravista in questi lavori risulta inquietante, perché non può essere direttamente decifrata; nelle prime due stanze, dedicate a Frani, si ha la sensazione che qualcosa stia per accadere, ma che sfugga sempre, appena ci si giri per guardare le tavole dell’artista.
Le due sezioni successive accolgono i lavori scultoreo-cinetici di Alessandro Brighetti; esploratore dello spazio tra scienza e arte. L’attenzione dell’artista si incentra su fenomeni che hanno a che fare con la natura, con l’umano, ma che non possono essere colti immediatamente, Brighetti decide così di sondarli attraverso il ferro fluido, una miscela di nano particelle di ferro immerse in una sostanza oleosa, in grado di reagire ai campi magnetici. Le sue varie sculture, fra le quali un teschio (Schizophrenia, 2011) e un cuore (Cinycism, 2012), si elevano da una base di ferro fluido che, rispondendo alle forze dei campi magnetici, si tramuta in piccole strutture coniche regolari.
Il ferro fluido pare materializzare l’attività cerebrale, oppure ribollire nelle arterie del cuore: processi resi visibili attraverso un lavoro che ricorda ad un tempo quello dello scienziato e quello dell’alchimista.
L’ultima parte della mostra è dedicata alle fotografie di Marcello Galvani. Immagini del quotidiano, prese tra Ravenna e Bologna, nelle quali le persone fotografate sembrano sempre in procinto di entrare o uscire da qualche posto; non si conosce la loro destinazione, ma la loro esistenza è stata bloccata sul limite: attraverso una porta socchiusa o al di là di una recinzione. Persone, animali e oggetti sembra stiano per sparire, spesso in scenari campestri confinanti con la città : tutto, in queste fotografie, è in procinto di cambiare, raggelato in un momento transitorio e marginale.
La mostra rivela l’ottima collaborazione tra i curatori e gli artisti e invita a immergersi in un’atmosfera dove i limiti del visibile, per un attimo, lasciano scorgere la profondità che li attraversa.
Chiara Ioli
mostra visitata il 25 novembre
dal 25 novembre 2012 al 13 gennaio 2013
Critica in Arte
Alessandro Brighetti, a cura di Chiara Canali
Ettore Frani, a cura di Matteo Galbiati
Marcello Galvani, a cura di Silvia Loddo
MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Via di Roma 13 – (48100) Ravenna
Orari: martedì, giovedì e venerdì: 9-13.30/15-18, mercoledì e sabato: 9-13.30, domenica 15-18
Info: 0544 482042, info@museocitta.ra.it, www.museocitta.ra.it
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