Categorie: altrecittà

fino al 15.I.2012 | Costantino Ciervo | Reggio Emilia, dispari&dispari project

di - 18 Novembre 2011
Costantino Ciervo è un artista che fa rumore. Non un rumore mediatico, non il chiasso della società dello spettacolo, ma un rumore fisico (in questo caso di uno smerigliatore sul metallo mentre qualche tempo fa erano state lastre di vetro “Perversion of Signs” che riportavano le tracce cancellate di simboli della nostra società del capitale e che venivano infrante una dopo l’altra) ma soprattutto è un strepito della coscienza, che di fronte alle installazioni dell’artista di certo non riceve un beneplacito alla tranquillità ma una scossa che diviene interrogazione, illuminazione, perplessità.
Un’ imponente torre a forma di antenna capeggia al centro del capannone dove sono installate otto parabole satellitari sulle quali è proiettata in sincrono audio-video una conferenza surreale tra ventiquattro dittatori, due dei quali eletti democraticamente: tra i tanti figurano anche l’ex  comandate Saddam Hussein, il rais Mu’ammar Gheddaffi e l’iraniano Mahmud Ahmadinej?d che disquisiscono in piena saggezza machiavellica fino alla rivolta di una popolazione che esasperata scende nella pubblica piazza, scegliendo di liberare una primavera a costo di beccarsi una pallottola in fronte.

Come di consueto, anche in quest’ultimo progetto Costantino Ciervo decide di solcare il nervo scoperto dei mezzi di comunicazione di massa a servizio del potere economico, e viceversa, e di indagare i movimenti di liberazione in generale, generando con un’azione distruttiva un principio catartico. Alla parete, illuminato da una luce radente bianchissima, un muro di tasselli bianchi e rettangoli che riportano, alternati, i nomi delle più grandi potenze capitalistiche mondiali, da Bank of China a Coca Cola, da Eni a Nestlè, da Procter & Gamble a Walt Disney affiancati a nomi che balzano all’occhio immediatamente per la loro “dissidenza”: Roberto Saviano e Dario Fo, Naomi Klein, Gino Strada, Mandela…
E via via che le persone varcavano l’ingresso di dispari&dispari, l’artista chiedeva ad amici e conoscenti di prendere atto all’azione, involontariamente, di sfuggita…di seguire lo stesso canovaccio insolito che il soprano canterà, senza tentennamenti, composto da una sequela di nomi di multinazionali corrisposti da una serie di informazioni aggiuntive, dal capitale in borsa all’ambito di produzione e dalla collocazione geografica mentre lui, Costantino, si accanirà stracciando e cancellando i corrispondenti titoli dalle targhette fissate al muro, andando a comporre una parola che si noterà solo alla fine dell’azione essere “time”.
Il tempo lineare, il tempo della conquista e il tempo della disfatta, quel tempo che sembra abbia smesso di appartenerci perché anch’esso in mano al potere di finanze, etiche manageriali e investimenti che si ripercuoteranno sulle teste…di chi?

Un tempo che almeno in questo caso viene distrutto con i suoi miti, reso puramente dato fattuale di una condizione del nostro essere qui ed ora, risultato di una concatenazione di valori che hanno reso la temporalità merce di scambio e bene primario destinato a limitare o meno la vita umana.
È un lavoro perturbante che mischia l’economia e la politica, la filosofia e la cultura delle società contemporanee attraverso una mediazione poetica spesso al vetriolo, dove le verità affiorano e stupiscono come se fossero state sempre al loro posto e non ce ne fossimo mai accorti. Ecco qual è il grande potere dell’arte: di fronte alla rivelazione e al turbamento nei confronti di ciò che non si può tacere, ma sulle cui argomentazioni non si trovano mai le parole, l’arte riesce a spiegare, a monitorare, a gettare una luce sulle possibilità della conoscenza e del riscatto.
matteo bergamini
mostra visitata il 5 Novembre 2011

Costantino Ciervo
Destroy linear time
dispari&dispari project
via Vincenzo Monti 25
42100 Reggio Emilia
Da martedì a venerdì
10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00
Sabato e domenica su appuntamento
www.dispariedispari.org

[exibart]

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