Mimmo
Paladino (Paduli,
Benevento 1948; vive a Paduli e Milano) è, per
dirla con Walter Benjamin, un “collezionista di indizi”: preleva frammenti dalla realtà
e li ricontestualizza, generando molteplici catene di significato,
articolazioni e nessi imprevedibili. Il suo mondo trae sostanza da
un’immaginazione produttiva capace di reinventare e sbalordire, tanto che lo
spettatore, osservando i suoi lavori, entra in una dimensione intima dello
spirito, nella quale l’unica regola è dettata dall’intuizione.
La mostra Il segno e la forma propone una scelta di opere
grafiche e sculture dall’inizio degli anni ’80 a oggi. Ardito sperimentatore,
Paladino si esprime attraverso diversi media; l’opera grafica assume nella sua
ricerca un posto importante, in quanto all’interno dello stesso lavoro trova
spazio una commistione di tecniche – acquaforte, acquatinta, xilografia,
serigrafia -,
rilevanza. Il segno, cui allude il titolo della rassegna, è l’elemento di avvio
della ricerca; una scelta precisa, carica di valore semantico, che definisce un
percorso nel quale anche il colore assume una valenza strutturante, sia esso il
dualismo bianco-nero o l’intensità del rosso, o la raffinatezza dell’oro, o il
contrasto di cromatismi forti.
Nella mostra l’artista si palesa come un instancabile
“viandante” contemporaneo, la cui meta ultima è il desiderio erratico. Si
avventura in mondi lontani, in una molteplicità di culture; s’immerge nel mito,
traendone sostanza poetica; attinge a piene mani una materia fluida e
inesauribile da libri immaginari.
Lo spettatore è coinvolto in una narrazione ininterrotta,
nella quale si intrecciano animali, numeri, stralci di scrittura, mani, oggetti
cultuali, in composizioni dal deciso valore simbolico. Ci si muove tra rami
spinosi che aggettano dalla campitura, a formare le iniziali del nome
dell’artista (Gli alberi che nel mio corpo nascono, 1990), ci si addentra nella
speculazione del mondo greco (Alceo, 1990; Anacreonte, 1990; Solone, 1990), si respira la cultura dei continenti (America,
1996; Africa, 1996), si sfogliano pagine
profetiche (Rabanus Maurus, 2003) dalle quali nascono bestiari strani, si ammirano
la Gazzella di Pompei (1985), sul cui dorso poggia una conca che contiene una testa, come
per assecondare un antico rituale, una Corona di ferro, cinta da spine, e
alcuni Elmi,
carichi di memoria storica.
Per scoprire, alla fine del percorso, che il fascino del
lavoro di Paladino poggia su una ricchezza iconica che trae forza dall’enigma.
articoli correlati
Paladino
e Pavese
Paladino
a Stra
Con
Brian Eno all’Ara Pacis
tiziana conti
mostra visitata il 9 marzo 2010
dal 28 novembre 2009 al 2 maggio 2010
Mimmo
Paladino – Il segno e la forma
a cura di Enzo Di Martino
Centro Saint-Bénin
Via Festaz, 27 – 11100 Aosta
Orario: tutti i giorni ore 9.30-12.30 e 14.30-18.30
Ingresso: intero € 3; ridotto € 2
Catalogo Papiro
Info: tel. +39 0165271687; u-mostre@regione.vda.it; www.regione.vda.it
[exibart]
Fino all'8 dicembre Roma Convention Center – La Nuvola ospita l'edizione 2025 di "Più libri più liberi", la fiera nazionale…
Da Benni Bosetto a Rirkrit Tiravanija, passando per un omaggio a Luciano Fabro: annunciate le mostre che animeranno gli spazi…
Un viaggio in quattro cortometraggi per raccontare quattro luoghi storici di Verona attraverso la calligrafia, la scultura, la musica e…
In occasione della mostra al Centro Culturale di Milano, abbiamo incontrato Nina e Lisa Rosenblum, figlie del celebre fotografo americano…
Andrea De Rosa porta in scena il Dracula nella scrittura di Fabrizio Sinisi: il Teatro Astra di Torino si tinge…
Intervista a Bettina M. Busse, curatrice della prima grande retrospettiva austriaca dedicata a Marina Abramovic: in mostra all'Albertina Museum, le…