Nel Complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno (Chiesa dell’Addolorata), il più importante contenitore d’arte contemporanea della città che nel corso di questi anni ha ospitato importanti eventi culturali, da Mirò (Barcelona, 1893; Palma de Majorca, 1983), Chagall (Vitebsk, 1887; Saint-Paul-de-Vence , 1985), Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973), Warhol (Pittsburg, 1928- New York, 1987) e persino Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571; Porto Ercole, 1610), espone l’artista salernitano Franco Massanova (Stella Cilento, Salerno 1950) con una trentina dipinti che ripercorrono un quarantennio di ricerca svolta in modo lucido e coerente: dagli esordi figurativi dei primi anni ’70 attraverso l’immaginario geometrico dei primissimi anni ’80 fino alle grandi tele del 2011 di matrice sostanzialmente aniconica e lirica. Una pittura rarefatta rivolta a scandagliare minime sezioni d’immagine, apparentemente semplice che preferisce condividere l’essenzialità della rappresentazione. A partire già dai primi lavori degli anni ‘70 e in tutte le altre opere successive vi è stato un motivo di base sempre ricorrente: la visione ravvicinata, la rappresentazione del dettaglio, la presenza espressiva della linea e del nero come campo d’indagine.
L’occhio dell’artista recupera frequentemente il primo piano trasferendo piccole entità amplificate di materia; lo spazio diviene così sostanza emotiva, frammento interiore. Massanova, da sempre, dipinge la luce nella sua essenza più vera attraverso le possibili variazioni e modulazioni cromatiche. Le diverse e inaspettate tonalità luminose si relazionano con il colore della notte in una accadimento dinamico e nello stesso tempo rarefatto. Come scrive Vincenzo Trione, “il dato che caratterizza questi Notturni è, infatti, la “ritmica” geometria, una architettura “mossa”, e, nel medesimo tempo, l’unità sobria dell’opera, la forma che mette ordine nell’informe colore, la calibrata partizione della superficie – cupa e ricettiva. Su questa superficie, si depositano le materie della pittura, che – con la loro fascinosa precarietà contingente – tendono ad un monocromo scuro, notturno – puro”.
Il nero di luce o il nero di colore, come lo si voglia intendere, ha indotto l’artista a convogliare tutta la sua attenzione verso questo nuovo campo d’indagine. La sua pittura ormai vive la dimensione favolistica, ma non diventa mai racconto o illustrazione. I segni che traccia sulla tela sono larve e presenze insostanziali, frammenti di cose che rimangono allo stato embrionale in una situazione chiaramente provvisoria. L’artista sa come condurre le sue forme archetipe, le insolite apparizioni fino al limite della concretizzazione per poi abbandonarle nel vuoto anemico e profondo dello spazio. Massanova da tempo lavora assiduamente sul crinale impalpabile della figurazione con lacerti d’immagine insostanziale che condividono la dimensione sospesa dell’apparire. Una pittura che riesce solo a darsi come evento e nel farsi e disfarsi trova il modo di evidenziare e svelare i nascosti misteri dell’ esistenza. Con le ultime opere create per questo affascinante spazio espositivo, l’artista salernitano approda ad un linguaggio mobile, lirico, in cui emergono forme organiche e allusive. Un’apparizione decisamente appostata ad un limite, un’ immaginarie lirica e nel contempo metafisica che accoglie l’incanto immediato e provvisorio dell’illusione. I suoi sono eventi sospesi, energie primarie, intrecci di vibrazioni dal flusso provvisorio e incontrollato. E’ la pittura degli abissi e dei misteri. E’ la pittura del tuffatore di Paestum che attratto dal nulla, si libera dalle costrizioni e si lancia nel profondo buio dello spazio e nel silenzio più assorto si rigenera e ritrova ancora la luce e la vita.
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Franco MassanovaComplesso Monumentale di Santa Sofia (Chiesa dell’Addolorata) Largo Abate Conforti, Salerno
orario: tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.30(possono variare, verificare sempre via telefono)
ingresso: libero
info: www.francomassanova.it/news.htm; www.comune.salerno.it
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