Weng Shu Lu Wenyu Courtesy La Biennale di Venezia, foto ASAC, Matteo Losurdo
A pochi giorni dalla chiusura della 19. Biennale Architettura, curata da Carlo Ratti, La Biennale di Venezia ha reso noto il nome della direzione della prossima edizione, la ventesima, che avrà luogo da sabato 8 maggio a domenica 21 novembre 2027. Lasciato da parte il modello del curatore unico, questa volta la direzione della Biennale sarà presa in tandem: a curarla saranno Wang Shu e Lu Wenyu, architetti, docenti e fondatori di Amateur Architecture Studio. Non è la prima volta per loro a Venezia: hanno infatti già partecipato al Padiglione Cina alla Biennale Architettura 2006, e sono stati invitati a partecipare alla Biennale Architettura 2010 da Kazuyo Sejima (dove hanno ricevuto la Menzione Speciale con il progetto “Decay of a Dome”) e alla Biennale Architettura del 2016 da Alejandro Aravena.
«Siamo molto onorati di essere stati nominati Direttori Artistici del Settore Architettura e Curatori della 20. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2027, su invito del Presidente Pietrangelo Buttafuoco», hanno commentato. «Ringraziamo il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia per la fiducia riposta in noi. Faremo del nostro meglio per affrontare questa grande sfida. Oggi i rapidi e molteplici cambiamenti nell’architettura appaiono soprattutto come un fenomeno di superficie, frutto di un’eccessiva concettualizzazione o di una marcata commercializzazione. L’esuberanza delle sperimentazioni concettuali risulta spesso distante dalla realtà, mentre la spinta commerciale tende a generare esiti effimeri e puramente popolari. Questo fenomeno, che muta velocemente per poter sopravvivere rompendo il legame con i luoghi reali, rischia di condurre alla morte stessa dell’architettura, riducendola a una sorta di illusoria proiezione del futuro. In un contesto segnato da crisi concrete e urgenti, adottare un approccio semplice e autentico assume dunque un valore particolare. Il nostro impegno sarà quello di esprimere con la massima sincerità questo valore e questa ricerca, contribuendo a una realtà — e a un futuro — migliori». A caratterizzare l’approccio di Wang Shu e Lu Wenyu è una pratica incentrata sul riuso dei materiali esistenti, sulle
tracce lasciate dalla vita quotidiana delle persone comuni, sulla vitalità delle strutture
anonime e sul valore dei processi costruttivi artigianali. Una sperimentazione
radicale capace di incidere sulle urgenze contemporanee, come il conflitto culturale tra città e campagna, e la dicotomia tra artificiale e naturale.
Tra i loro progetti più noti si annovera il Museo Storico di Ningbo, il Campus di Xiangshan della China Academy of Art, il Tiles Hill a Hangzhou, la Riqualificazione del Villaggio di Wencun, il Complesso Culturale di Fuyang, l’Archivio Nazionale delle Pubblicazioni e della Cultura di Hangzhou, la Conservazione e il Restauro della Via Imperiale della Dinastia Song del Sud, il Museo Storico di Lin’an, il Museo degli Animali Antichi di Baoding, l’Accademia Tradizionale Cinese Jin Sha a Xiamen, la Opera House e la Concert Hall di Xi’an. Un lavoro sviluppatosi in gran parte in area cinese ma i cui riconoscimenti sono arrivati da oltre confine: le loro opere sono state esposte infatti al MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi, mentre mostre personali sono state a loro dedicate al Louisiana Museum of Modern Art, al Centre d’architecture Arc en rêve di Bordeaux e altri. Nel 2012, inoltre, Wang Shu ha vinto il Pritzker Architecture Prize, considerato in assoluto il “nobel” dell’architettura.
Sulle istanze sociali che caratterizzano la pratica di Amateur Architecture Studio è tornato anche Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia, spiegando le motivazioni di questa nomina: «La loro visione, profondamente radicata nella memoria dei luoghi e nella sapienza dei processi costruttivi, rappresenta oggi una voce indispensabile nel dibattito internazionale sull’architettura e sul senso dell’abitare i luoghi del mondo. In loro, La Biennale di Venezia riconosce due protagonisti capaci di coniugare
responsabilità culturale e genio sperimentale, offrendo un contributo di straordinaria
qualità in un momento storico che richiede conoscenza, misura, immaginazione», ha concluso. «La loro guida saprà ispirare una riflessione ampia e necessaria, proiettando la Biennale Architettura 2027 verso nuove prospettive e nuovi modi di comprendere il nostro
rapporto con lo spazio, la memoria e la comunità pensante. A Wang Shu e Lu Wenyu va la
nostra più sincera gratitudine per aver accettato questo incarico e il nostro più convinto
augurio di buon lavoro».
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