Il nuovo ospedale di Emergency, a Entebbe, in Uganda. L’intero progetto del Centro è stato realizzato pro bono dallo studio Renzo Piano Building Workshop, in collaborazione con TAMassociati e la Building Division di EMERGENCY. @ Marcello Bonfanti
“La bellezza è un segno di rispetto verso persone profondamente segnate dalla guerra o dalla malattia e un luogo bello offre le condizioni essenziali per recuperare dignità nella sofferenza”. Il nuovo ospedale di chirurgia pediatrica di Emergency a Entebbe, in Uganda, sulle sponde del Lago Vittoria a 1.200 metri di altitudine, è nato dall’incontro tra il chirurgo e fondatore di Emergency, Gino Strada, scomparso lo scorso agosto, e l’architetto Renzo Piano con l’intento di coniugare appunto chirurgia e architettura d’eccellenza e conseguire quella che viene chiamata “healing architecture”, architettura che guarisce. “In tutte le lingue africane, lo swahili per primo, l’idea di bello è sempre accompagnata all’idea di buono: non c’è bellezza senza bontà”, dice Renzo Piano.
Inaugurato lo scorso aprile, il centro di chirurgia pediatrica è “scandalosamente bello”, nelle parole di Gino Strada, e offre “tutto ciò che è necessario in termini di struttura, equipaggiamenti, tecnologia e conoscenza”. L’estetica fa la sua parte dal punto di vista psicologico: una cura nella cura. Come in tutti gli ospedali di Emergency, anche qui è molto importante la presenza di un giardino, con piante coltivate in grandi vasi fatti di rete metallica e iuta, irrigate con l’acqua piovana convogliata dal tetto (usata anche per le pulizie degli esterni in modo da non sprecare l’acqua dell’acquedotto). Tutto è stato costruito con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale: i muri in pisé, tecnica tradizionale che utilizza la terra cruda – qui l’argilla rossa proveniente dagli scavi delle fondamenta – e che mantiene costante la temperatura dell’edificio; 2.500 pannelli solari fotovoltaici che provvedono a un terzo dell’energia necessaria, garantendo il condizionamento d’aria. Una delle caratteristiche dell’ospedale è il suo doppio tetto: uno più alto, in lamiera grecata sotiene i pannelli e provvede a fare ombra a quello inferiore, realizzato in una lega di zinco, titanio e rame.
All’interno 3 sale operatorie e 72 posti letto, 6 ambulatori, la radiologia, una banca del sangue e una TAC, più una farmacia e la foresteria per gli accompagnatori dei pazienti. Lo staff è composto a maggioranza da professionisti locali. Per rendersi conto dell’importanza del nuovo ospedale, basta pensare che in Uganda circa la metà dei 45 milioni di abitanti ha meno di 15 anni, con una mortalità infantile molto elevata, a fronte di soli quattro presidi pediatrici attivi. Inoltre, la sua posizione geografica lo rende facilmente raggiungibile da Congo, Ruanda, Kenya, Tanzania e Sud Sudan. Per approfondire tutti i dettagli di questa “operazione” che rientra nell’ANME, la Rete sanitaria d’eccellenza in Africa, fondata su iniziativa di Emergency nel 2010 insieme a 11 Paesi africani, è stata organizzata una mostra a Venezia, alla Giudecca, con l’allestimento di Studio+Fortuna. Un “viaggio” tra le fotografie di Marcello Bonfanti, Emmanuel Museruka, dell’Archivio di Emergency e dell’Archivio di TAMassociati, insieme a schizzi progettuali e campioni dei materiali utilizzati, con i testi di Gino Strada e Renzo Piano e le testimonianze di chi ha lavorato al progetto. La mostra, dopo Venezia, si sposterà a Milano.
Scandalosamente bello. Il centro di chirurgia pediatrica di Entebbe. Isola della Giudecca 212, Venezia.
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