Palazzo Nani Mocenigo, interni
A Venezia, nel sestiere Dorsoduro, lungo il rio di San Trovaso, si erge una delle dimore più emblematiche della Venezia tardo gotica: Palazzo Nani Mocenigo. Questo edificio, che racchiude secoli di vicende nobiliari, momenti importanti della storia dell’arte e testimonianze del collezionismo veneziano, oggi è sede di un hotel con 30 camere e suite tutte diverse, che restituiscono al visitatore un’esperienza profonda della città lagunare.
La costruzione del palazzo risale alla seconda metà del Quattrocento. La facciata, tipicamente gotica, è articolata da quadrifore con balaustre, monofore ogivali e portali in pietra d’Istria, elementi che ne fanno un esempio significativo dell’architettura residenziale veneziana tardo-medievale. Secondo fonti storiche, il restauro della facciata fu affidato a Jacopo Sansovino, figura centrale del Rinascimento veneziano, noto per il suo ruolo nella definizione del classicismo lagunare tra scultura e architettura.
Il palazzo fu donato da Elena Barbarigo al marito Giorgio Nani come parte della sua dote. Elena era figlia di Agostino Barbarigo, doge tra il 1486 e il 1501, sotto il cui governo si consolidarono le influenze veneziane nel Levante e si avviarono importanti progetti architettonici in Piazza San Marco. La residenza dei Nani e poi dei Mocenigo, si innesta così in una rete di legami dinastici e culturali che illustrano il tessuto complesso della nobiltà veneziana.
Tra la fine del XVII e il XVIII secolo, il palazzo fu sede del cosiddetto Museo Naniano, una raccolta privata di marmi, iscrizioni e antichità greco-romane iniziata da Antonio Nani e ampliata dal figlio Bernardo. Provenienti da Venezia e dai suoi territori coloniali, dall’Istria a Costantinopoli, questi oggetti testimoniano una pratica collezionistica diffusa tra l’aristocrazia erudita della Serenissima, spesso legata a reti diplomatiche e militari. Allestita nell’atrio del palazzo, la collezione fu dispersa dopo la morte di Giacomo Nani nel 1797, anno della caduta della Repubblica. Alcuni esemplari sono oggi conservati in musei europei e americani, ma documenti dell’epoca permettono di ricostruire parzialmente l’importanza della raccolta.
Gli interni del palazzo, oggi restaurati sotto la supervisione della Soprintendenza, conservano affreschi di Jacopo Guarana, pittore e decoratore attivo nel Settecento e allievo di Giambattista Tiepolo. Guarana è noto per le decorazioni di Ca’ Rezzonico e di Villa Pisani a Stra, dove portò avanti una sintesi tra il rococò veneziano e il classicismo tardo-barocco. Gli affreschi del palazzo Nani Mocenigo si inseriscono dunque in questo contesto, testimoniando l’evoluzione del gusto decorativo privato nel Settecento veneziano.
A questi si aggiungono gli stucchi di Alessandro Vittoria, scultore manierista allievo di Sansovino e collaboratore di Palladio e Veronese nella celebre Villa Barbaro a Maser. Le sue opere, tra cui acquasantiere e statue conservate in chiese limitrofe, offrono una traccia concreta della diffusione del suo stile plastico nell’ambito dell’arredo architettonico.
La posizione del palazzo, tra la Chiesa di San Trovaso, lo storico squero dove ancora oggi si costruiscono le gondole, e i percorsi che uniscono Le Zattere al Canal Grande, lo colloca in un punto strategico, in dialogo costante con la vita della città. Le vicende della famiglia Nani e del loro museo archeologico, le tracce degli artisti che vi hanno lavorato e le stratificazioni di gusto che si leggono negli interni fanno di Palazzo Nani Mocenigo un caso di studio interessante per chi si occupa di storia dell’arte, architettura e museografia veneziana.
Oggi sede di un albergo che ospita mostre temporanee e iniziative culturali, l’edificio continua a essere attraversato da un’idea di ospitalità che affonda le sue radici nella storia, restituendo al visitatore non solo un’immagine della Venezia aristocratica, ma anche una Venezia in divenire, capace di rileggere i propri spazi in chiave contemporanea senza snaturarne il senso originario.
«Alcuni anni fa, insieme a un gruppo di amici, abbiamo acquistato un affascinante palazzo del Quattrocento nel cuore di Venezia, la città dove siamo cresciuti e a cui siamo profondamente legati», racconta Paolo Caffi, Amministratore Delegato di Nani Mocenigo Palace, che ha spigato come all’epoca il palazzo versasse in stato di abbandono. La prima iniziativa è stata l’apertura di uno spazio museale dedicato all’arte del vetro, quindi, «Con l’acquisizione di nuove porzioni dell’edificio, è nato il progetto di trasformarlo in un luogo di ospitalità autentica. Insieme a mia moglie ci siamo dedicati al restauro con passione e rispetto, cercando di mantenere intatta l’anima del palazzo».
«Oggi quel palazzo un tempo abbandonato è tornato a vivere: è un hotel 5 stelle lusso dove ogni ospite può vivere l’esperienza unica di abitare un autentico contesto veneziano, circondato dalla bellezza del passato e dai comfort della modernità».
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