Si possono descrivere come raffinati incontri digitali tra natura e architettura gli ambienti del designer e artista australiano Paul Milinski. Un dialogo armonico, in cui l’architettura minimalista non è mai opprimente, ma sempre in perfetta coesione con i diversi elementi naturali scelti da Milinski, i quali variano tra piante, distese di sabbia, montagne e cascate.
«Il mio processo creativo inizia da uno sketch. Tutto quello di cui ho bisogno sono poche linee per creare un e da lì seguire il mio intuito. A volte è un processo veloce, altre è una vera e propria battaglia», dichiara Milinski, per il quale è «Importante separarsi dal proprio lavoro, perché solo comprendendo con chiarezza e razionalità le proprie forze e debolezze si può raggiungere il risultato migliore».
Luci, superfici specchianti, colori pastelli sono alcune delle peculiarità più ricorrenti tra i suoi lavori.
Milinski descrive così il proprio approccio ai suoi progetti: «È essere in un mondo dove la natura è l’edificio e viceversa» e spera che un giorno i suoi spazi possano essere ricreati come installazioni in spazi fisici.
Immagina luoghi «In cui tutti gli esseri viventi sono considerati uguali e dove gli elementi umani si conformano all’ambiente».
Milinski desidera che il suo lavoro conduca alla riflessione anche sul «Come trattiamo la terra», un modo per ripensare ad un futuro alternativo.
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