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fino al 16.I.2011 | Canaletto and His Rivals | London, The National Gallery

di - 1 Dicembre 2010
Piazza San
Marco, il Campanile, la Chiesa della Salute, il Palazzo Ducale: i soggetti
prediletti dai vedutisti sono quasi sempre gli stessi. E una mostra di sole
vedute avrebbe finito con il trasformarsi in un giro in vaporetto lungo il
Canal Grande, che avrebbe annoiato anche i più devoti ammiratori della città
lagunare. E allora Charles Beddington, curatore di Canaletto and His Rivals, ha aggirato l’ostacolo esaminando la
figura di Giovanni Antonio Canal in
rapporto a quella degli artisti che incontra durante la sua lunga carriera: dai
precursori Vanvitelli e Carlevarijs ai contemporanei Marieschi e Bellotto, a
Guardi che gli sopravvive. E il risultato è uno straordinario viaggio nell’età
d’oro del vedutismo veneziano, che esalta la pittura e non solo i luoghi.

La mostra si
apre con Il Molo dal Bacino di San Marco
(1697) dell’olandese Gaspar van Wittel,
la prima veduta di Venezia, nonché la più nota. Ma il giovane Canaletto (che
inizia la sua carriera come scenografo e pittore di capricci) è lento a individuare le potenzialità del nuovo genere e
continua a dipingere cieli in tempesta e muri scrostati fino a quando,
affascinato dalle qualità poetiche della luce del più anziano Luca Carlevarijs, troverà con L’arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia (1727) il suo inconfondibile stile.

Ma Canaletto
diventa tale solo quando, attorno al 1730, incontra Joseph Smith, mercante,
banchiere e console britannico a Venezia, che diventa suo patrono e committente
e che lo convince a dipingere opere che rispondano al gusto dei giovanotti
inglesi impegnati nel Grand Tour. E allora via i cieli in tempesta e le grandi
dimensioni delle prime opere, sostituite da assolati paradisi urbani popolati
da dame in parasole e gondolieri in livrea.


Ma un nuovo rivale
emerge in quegli anni. Scenografo e incisore, veloce e prolifico, Michele Marieschi produce vedute simili
a quelle di Canaletto per un terzo del suo prezzo. Se la prematura morte del
rivale lascia di nuovo Canaletto padrone del campo, l’instabilità politica
creata in quegli anni dalla Guerra di successione austriaca pone fine al
mercato del Grand Tour.

Costretto a
cercare nuovi committenti in Inghilterra, Canaletto lascia Venezia nel 1745
nelle capaci mani del nipote Bernardo
Bellotto
, giovane di straordinario talento che, sin dall’inizio, non esita
a utilizzare la sua sensibilità nel reinterpretare i soggetti dipinti dal
celebre zio. Ma la sua luce fredda e i colori cupi lo rendono più adatto al
clima del Nordeuropa, dove infatti si trasferisce nel 1747 per non tornare mai
più.

Nell’ultima
sala, Venezia si dissolve nella luce guizzante e nella pennellata sfaldata di Francesco Guardi, le cui vedute esaltano
la fragilità della Serenissima in un
modo che sembra anticipare la sensibilità romantica. Una fragilità che, alla luce delle vicende storiche che vedranno
Venezia di lì a poco cadere per mano delle truppe di Napoleone, ha il sapore di
un tragico memento mori.

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dal 13 ottobre 2010 al 16 gennaio 2011

Canaletto and His Rivals

a cura di Charles Beddington

The National Gallery

Trafalgar Square – WC2N 5DN London

Orario: tutti i giorni ore 10-18; venerdì ore 10-21

Ingresso: intero £
12; ridotto £ 11/6

Catalogo £ 19,99

Info: tel. +44 02077472885; fax: +44 02077472423; information@ng-london.org.uk; www.nationalgallery.org.uk

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