Il titolo ricorda gli slogan letti su dozzine di vetrine nel centro di Lausanne: ‘Tout doit disparaitre’, ‘Tutto deve sparire’. Ma questa volta, in pieno clima di saldi di fine estate, a ‘sparire’ è la materialità dell’opera, leggero divertissement estivo che avvicina il collezionismo d’arte allo shopping compulsivo.
La proposta viene da una galleria d’arte contemporanea del centro città, la Donzévansaanen, che sceglie l’apertura estiva proponendo una collettiva di 15 giovani artisti. Avanzi di biscotti di San Valentino (Alexia Turlin , L’amour, c’est de la merde) una pressa che appiattisce e rende inutilizzabili monete da 20 centesimi (Vincent Kohler , Penny Press), fotocopie di schedine del Lotto (Florian Javet , Latex a Totox), alcune opere in edizione illimitata e deteriorabili, destinate a svanire, esattamente come i prodotti di largo consumo.
Il gioco di Tout doit disparaitre non si limita tuttavia a una riflessione in chiave concettuale sul denaro: il linguaggio neopop di alcune installazioni è soltanto una fra le possibili interpretazioni della nozione di ‘sparizione’ date dagli artisti in mostra. Nel caso di Shock and Awe dell’italiano Gianni Motti , è la censura a rendere inaccessibile il video di quattro minuti che sorprende George Bush al trucco e sorridente mentre sul video scorre l’annuncio dell’inizio del bombardamento dell’Iraq.
federica martini
mostra visitata il 13 agosto 2002
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