Van Dyck "Cristo portacroce" Genova, Musei di Strada Nuova
Si intitolerà Van Dyck l’europeo. Il viaggio di un genio da Anversa a Genova e Londra la più ampia retrospettiva museale dedicata al maestro fiammingo nel nostro secolo, a cura di Anna Orlando e Katlijne Van der Stighelen, con il supporto di un comitato scientifico internazionale.
La mostra, prevista per il prossimo anno a Genova, ricostruisce il profilo biografico e la ricerca artistica di Van Dyck attraverso una selezione di 58 opere articolate in 10 sezioni tematiche. L’eccezionalità dell’operazione non risiede però solamente nelle sue dimensioni: anche la qualità dei prestiti è inedita, con capolavori provenienti dal Louvre, dal Prado, dalla National Gallery di Londra e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna ma anche da realtà nazionali di grande prestigio come gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera e la Galleria Sabauda. Anche tutta una serie di importanti fondazioni e collezioni internazionali, come la belga Phoebus e la portoghese Gaudium Magnum, contribuiscono all’esposizione accanto alle grand eccellenze museali europee già nominate.
Interessante è poi che il percorso non si limiti a una lettura cronologica dell’opera di Van Dyck. Le sezioni tematiche permetteranno di cogliere la complessità della sua opera, restituendo un artista capace di conquistare pubblici diversi, ieri come oggi. Accanto al Van Dyck ritrattista – inevitabilmente presente con opere provenienti da tutte le fasi della sua carriera – la mostra riserverà ampio spazio ance alla sua produzione sacra, forse meno nota al grande pubblico ma comunque di straordinaria intensità.
Tra I tanti capolavori esposti figureranno anche il celeberrimo Matrimonio mistico di Santa Caterina dal Prado e il San Sebastiano dalla Scottish National Gallery di Edimburgo, accanto a importanti inediti come un Ecce Homo da collezione privata europea. Eccezionale sarà anche la presenza della monumentale Crocifissione proveniente dalla chiesa di San Michele di Pagana a Rapallo: l’unica pala pubblica mai eseguita da Van Dyck per la Liguria, che per l’occasione verrà staccata dall’altare.
Il visitatore potrà poi ammirare il primo autoritratto conosciuto del pittore, realizzato in età adolescenziale e prestato dall’Accademia di Belle Arti di Vienna, che aprirà il percorso espositivo, quasi come una dichiarazione precoce della genialità di Van Dyck.
Ma perché proprio Genova? Questo fatto che non è certo casuale, in quanto il capoluogo ligure occupa un ruolo centrale nel racconto biografico dell’artista fiammingo. È proprio qui, infatti, che Van Dyck soggiornò a lungo tra il 1621 e il 1627, entrando in contatto con l’aristocrazia locale e mettendo a punto quel linguaggio ritrattistico che lo renderà conosciuto in tutta Europa.
Anche per questo, la mostra entra in stretto dialogo con la città che la ospita, andando a coinvolgere tanto le collezioni civiche genovesi quanto i Musei di Strada Nuova, creando così un percorso diffuso che valorizzerà non solo le opere di Van Dyck ma anche quelle di alcuni dei suoi contemporanei nordici. In questo modo, l’intervento mira a rafforzare il legame, ancora poco riconosciuto dal grande pubblico, tra il maestro fiammingo e quella città che, circa 400 anni fa, lo accolse e lo influenzò profondamente.
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