Michelangelo Buonarroti, Il Dio fluviale, 1526-1527, argilla, terra, sabbia, fibre vegetali e animali, caseina, su anima di filo di ferro, Casa Buonarroti, Firenze
Dopo decenni di spostamenti e cura conservativa, il Dio Fluviale di Michelangelo Buonaroti torna finalmente all’Accademia delle Arti e del Disegno in via Orsanmichele, a Firenze, che ne è proprietaria dal 1583, quando lo ricevette in dono da Bartolomeo Ammannati, con il fine di mettere il modello a disposizione degli studenti.
Il Dio Fluviale costituisce un preziosissimo modello scultoreo a grandezza naturale, databile intorno al 1524 circa e concepito come preparatorio per una statua destinata ai piedistalli delle tombe medicee nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo. Nonostante non si abbiano dati certi, è ormai opinione diffusa tra la critica che si tratti di una figura allusiva al dominio sulla terra e sulle acque che avrebbe dovuto essere collocata ai piedi della tomba di Lorenzo de’ Medici.
Realizzato con materiali fragili come argilla cruda, fibre vegetali, lana, legno, filo di ferro e rete metallica, è l’unico modello simile di Michelangelo giunto fino ai giorni nostri. Ciò permette anche di approcciarsi a un altro aspetto del grande maestro: a differenza del marmo, dove il gesto dello scalpello è definitivo, il materiale effimero del modello consentiva a Michelangelo una libertà di variazioni, ripensamenti e aggiustamenti. In questo senso, il Dio Fluviale testimonia quella dimensione “aperta” e dinamica del pensiero plastico michelangiolesco, dove la materia stessa diventa campo di tensione tra tra forma e informità.
Il restauro più recente dell’importante testimonianza scultuorea è stato eseguito tra il 2015 e il 2017, affidato all’Opificio delle Pietre Dure, con il supporto dei Friends of Florence e sotto la supervisione di Giorgio Bonsanti e Laura Speranza. L’intervento ha incluso puliture delicate, consolidamenti mirati, rimozione della bronzatura antica per restituire la matericità dell’opera e adeguamenti strutturali per garantirne l’integrità.
Il nuovo allestimento, curato dagli architetti David Palterer e Norberto Medardi, è pensato in toni neutri e minimali, al fine di esaltare la monumentalità dell’opera senza intrudere nella sua fruizione. Il Dio Fluviale è collocato perciò su una base lignea e racchiuso in un delicato parallelepipedo di vetro, con sistemi antisismici integrati per la sicurezza.
Nella stessa sala trovano posto altre due opere del primo Cinquecento: una lunetta di Francesco Granacci, raffigurante l’Adorazione dei Pastori, e un Crocifisso ligneo della bottega dei Sangallo, entrambe restaurate e valorizzate nel contesto dell’allestimento.
La presentazione ufficiale di questa nuova sala avverrà il 18 ottobre, giorno di San Luca, patrono degli artisti, con un evento riservato agli Accademici, mentre l’apertura al pubblico è prevista per il 19 ottobre 2025.
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