Giovanni Gerolamo Savoldo - Adorazione del Bambino con i Santi Francesco e Gerolamo, inv. 453, Musei Reali - Galleria Sabauda, Torino
Castel Sant’Angelo ospita fino al 31 agosto 2025 la mostra L’arte dei Papi, da Perugino a Barocci, curata da Arnaldo Colasanti in collaborazione con Annamaria Bova e ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura. La storia di Roma e dello Stato Pontificio è composta da molteplici narrazioni che si fondono nel legame di reciproca dipendenza, trasformando la città dei “Cesari” a quella dei “Papi”. Strategico è il luogo scelto per la mostra giubilare 2025, che racconta il rapporto nella storia tra la città di Roma e i suoi Papi. Non si tratta, dunque, di un semplice contenitore espositivo, ma della tomba dell’imperatore Adriano trasformata da fortezza a prigione e infine residenza pontificia simbolo di arte, potere e spiritualità.
Grazie ai Papi, Roma è stata non solo Città Santa, ma fabbrica per artisti internazionali, attirati dal mecenatismo della corte del clero e della società aristocratica. In questo clima di committenza papale e influenza cristiana, ha origine il progetto della mostra con l’intento di raccontare storie di fede, speranza, redenzione e perdono, ma anche di dolore e sacrificio in 38 opere raramente esposte e provenienti da importanti musei come la Galleria Nazionale di arte Antica di Roma, La Galleria Nazionale dell’Umbria, la Galleria Nazionale delle Marche e la Galleria Sabauda di Torino.
Questa scelta curatoriale nel presentare opere meno note offre l’opportunità di ammirare inediti e contribuisce alla valorizzazione e alla conservazione di un patrimonio artistico spesso trascurato. Il sottotitolo della mostra Da Perugino a Barrocci limita la trasversalità atemporale delle opere esposte, che abbracciano una ben più ampia finestra spaziale, dal 1400 per arrivare fino ai giorni nostri, con artisti contemporanei in cui il filo rosso è il racconto di Roma come città-laboratorio per l’arte sacra, commissionata dai Papi come manifestazione di pensiero e diramazione spirituale.
La mostra si snoda attraverso otto sezioni ripercorrendo, nella storia dell’arte, il messaggio evangelico: L’infanzia spirituale intesa come vita filiale con il Padre Onnipotente, Il Volto di Maria come specchio della sofferenza umana, La scuola del Perdono come ricerca di crescita interiore, la Visione dell’amato innamorato e Le donne del cuore cristiano, il dolore, la povertà e la speranza. Coreografico l’allestimento del Grande Martirio della Santa Martina di Pietro da Cortona collocata nella sala Apollo. Nell’ultima sezione intitolata La sapienza dei Santi, l’arte di Papi, vi sono i ritratti dei pontefici, eredi degli imperatori, adorati e temuti in continua alternanza tra l’uomo e il divino. Essi ben presto, compresero l’importanza delle immagini per affermare potere temporale e spirituale. Misticismo e autorità in apparente antitesi tranne che nel papato, dove ancor oggi trovano solida realtà.
Il curatore Arnaldo Colasanti, scrittore e professore, in merito alla mostra spiega: «si vuole oltrepassare i confini della storia dell’arte offrendo un viaggio spirituale attorno alla bellezza come riscoperta del senso della vita». I confini dell’arte appariranno al visitatore ampliamente oltrepassati anche solo dalla vista mozzafiato della terrazza di Castel Sant’Angelo, dove apparirà una Roma il cui tessuto urbano si alterna tra il glorioso passato imperiale e città sacra, tra influenze sociali e politiche, spirituali e temporali.
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