Giorgio Vasari, soffitto ligneo per Palazzo Corner, veduta dell'installazione, Gallerie dell'Accademia, Venezia, 2024. Ph. Matteo de Fina
Per celebrare i 450 anni dalla morte del grande Giorgio Vasari, singolare figura di pittore, architetto e storico dell’arte ante litteram, con le sue lettissime Vite, si accende una nuova luce su uno dei suoi capolavori: è stata presentata la ricomposizione integrale del soffitto ligneo realizzato dal genio aretino nel 1542 per Palazzo Corner Spinelli, sul Canal Grande, a Venezia. Dopo decenni di ricerche e acquisizioni, il soffitto, composto da nove tavole, torna finalmente al suo splendore originario, grazie all’impegno del Ministero della Cultura e delle Gallerie dell’Accademia.
L’opera, inedita nel suo insieme e restaurata nelle sue parti, è esposta rigorosamente a soffitto, in una sala interamente dedicata posta lungo la loggia palladiana delle Gallerie dell’Accademia, in un ambiente immersivo che ripropone la camera di Palazzo Corner cui era destinata, riportando il visitatore indietro nel tempo. La ricostruzione del soffitto rappresenta un momento decisivo, tra l’altro, per testimoniare l’influenza del Manierismo su maestri veneziani come Tintoretto, Tiziano e Veronese.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha sottolineato l’importanza di questa ricomposizione, definendola «Un tassello cruciale per la comprensione della storia dell’arte». La complessa opera di recupero è stata frutto di una collaborazione tra pubblico e privato, come evidenziato dal direttore delle Gallerie, Giulio Manieri Elia, che ha parlato di «Un evento raro e prezioso, frutto di un lungo e accurato lavoro di acquisizione, restauro e studio».
Vasari, nel 1541, giunse a Venezia per decorare la sala con una composizione che univa virtù e allegorie. Ogni tavola racconta una storia arricchita da dettagli inediti, come la rappresentazione di Giuda che si toglie la vita, elemento chiave per decifrare l’intera iconografia del soffitto.
Dopo secoli di dispersione, iniziata nel Settecento, le tavole sono state gradualmente riacquisite. Nel 1987 comincia la lenta ma continuativa acquisizione dei comparti, a partire dall’Allegoria della Giustizia e dall’Allegoria della Pazienza e due Putti con Tabella che vengono acquistati dallo Stato e destinati al patrimonio delle Gallerie dell’Accademia. Nel 2002 è la volta di un ulteriore Putto con Tabella e, il medesimo anno, le Gallerie ottengono il comparto con l’Allegoria della Carità, appartenente dall’Ottocento alla Pinacoteca di Brera, ma depositata dagli anni Settanta del Novecento nel Museo di Storia Patria di Gallarate.
Nel 2013 viene acquistata a Londra l’Allegoria della Fede e nel 2017 si perfeziona l’acquisto dell’ultimo frammento, l’Allegoria della Speranza. Gli unici frammenti al momento dispersi sono il quarto Putto con Tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede.
La ricomposizione è accompagnata da un volume edito da Marsilio Arte, che raccoglie saggi critici e studi sul restauro e sull’iconografia del soffitto, curati da esperti come Giulio Manieri Elia, Rossella Cavigli e Luisa Caporossi.
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