Casa degli Artisti, Milano
Per i prossimi 12 anni, in corso Garibaldi 89 a Milano, vi sarà una certezza: la ritrovata Casa degli Artisti. Creata nel 1909 dai Fratelli Bogani, imprenditori e mecenati, come spazio per laboratori ed espositivo, la Casa degli Artisti è stata anche la “casa” di Nagasawa, di Luciano Fabro, della critica Jole de Sanna, fino al 2007 – quando messa in sicurezza per le sue precarie condizioni strutturali – è stata chiusa.
Nel 2015, dopo i progetti della Giunta Moratti che ne volevano abbattere l”edificio per una nuova lottizzazione, grazie al Municipio 1 di Milano è iniziata la ristrutturazione che è stata affidata alla società La Ducale SpA, a capo del Gruppo Tecnocasa, sotto la direzione di Arassociati e degli architetti Aldo Fontana e Tanja Bekjarova, che oggi hanno visto riconsegnato alla città un altro pezzo di storia culturale.
Uno strano “fatto”, per parafrasare le parole dell’Assessore alla Cultura, Filippo del Corno, che è intervenuto puntando l’attenzione anche su quanto i processi di produzione dell’arte siano cambiati nell’ultimo secolo. Ma oggi, a distanza di 110 anni, la Casa degli Artisti sembra un ritrovato tesoro “pubblico”, un miracolo in quella Milano che ha fatto dell’affidamento al privato la sua forza per quanto riguarda l’arte contemporanea. La Casa degli Artisti sarà luogo d’incontro, di produzione, e di fruizione dell’arte aperto alla città.
“Un luogo che lavori sulla sfera pubblica e sullo spazio urbano, grazie anche allo scambio tra i diversi attori dell’arte, della società e dell’impresa”, si legge nella comunicazione ufficiale.
Ma da chi sarà guidata la nuova Casa degli Artisti 2.0? Da cinque associazioni attive da anni sul territorio milanese e non solo, di cui Zona K – della quale spesso vi abbiamo raccontato per l’intensa attività di teatro sperimentale – è capofila.
Gli altri attori che troveranno spazio tra questi milleduecentocinquanta metriquadrati nel cuore del centro di Milano, a due passi da Brera e dalla metropolitana di Moscova sono That’s Contemporary, il network degli “attori” dell’arte contemporanea presenti nella città di Milano (e che sono i curatori della nostra rubrica That’s Stories); Associazione Atelier Spazio XPO che dal 2006 si occupa di rigenerazione urbana e coesione sociale e territoriale attraverso la pratica della street art e della cui rete fanno parte anche celebri writer come PAO e Bros; NIC Nuove Imprese Culturali, associazione culturale nata nel 2002 e di cui fanno parte gli architetti MariaVera Chiari e Mattia Bianchi, lo scultore Mattia Bosco, il gallerista Lorenzo Vatalaro e Francesco Piccolomini, digital manager e, infine, Centro Itard Lombardia, che da più di trent’anni si occupa di formazione professionale, orientamento, sviluppo progetti locali e strategie partecipative e che, dal 2000, si occupa del sostegno e delle iniziative delle ICC, Imprese Culturali Creative.
Stavolta, insomma, la rigenerazione passa dal centro (anche grazie alla partecipazione dell’impresa FutureFond), e la prima occasione per vedere “lanciata” la nuova Casa degli Artisti sarà il prossimo gennaio, data dell’opening.
Prima, però, chiunque sarà libero di entrare e vedere i nuovi spazi candidi del piano terra e del primo e secondo piano. In attesa di un punto ristoro che Zona K ha già ribattezzato “la cucina della casa” che sarà gestito dagli enti interni o appaltata a un sesto “attore”, e in attesa di scoprire le prime iniziative (dalle residenze senza limite di età e professionalizzazione, alle mostre, alle attività performative, ai workshop), e la programmazione del futuro. Bentornata, Casa degli Artisti.
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