Alice Channer, una scultura tra natura e artificio: l’opera arriva a Venezia

di - 23 Giugno 2025

Nel giardino d’ingresso del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia, si erge Megaflora (2021) di Alice Channer: uno stelo di rovo alto oltre tre metri, monumentale e inquieto. Realizzata tramite una colata di alluminio in sabbia a partire da una scansione 3D, la scultura nasce dalla manipolazione digitale di un elemento vegetale comune e finisce per trasformarsi in un ibrido metallico, surreale e straniante. Esposta per la prima volta all’aperto, dopo il successo alla Summer Exhibition 2022 della Royal Academy di Londra, Megaflora si misura ora con il contesto lagunare, diventando punto di contatto tra le collezioni scientifiche del museo e l’immaginario artistico contemporaneo.

Il progetto espositivo, curato da Harry Woodlock con il supporto del British Council e in collaborazione con la Konrad Fischer Galerie, verrà presentato martedì, 24 giugno, a partire dalle 10:30, insieme a una nuova pubblicazione che accompagna l’opera, con testi di Luca Mizzan, direttore del museo, dello stesso Woodlock, dello storico dell’arte Jacopo Galimberti e della scrittrice e critica Louisa Buck. La giornata sarà introdotta da Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica della Fondazione Musei Civici di Venezia, con un intervento di Elisabetta Barisoni, responsabile dell’Area Musei e direttrice di Ca’ Pesaro. L’ingresso è su prenotazione (a questo link), fino a esaurimento posti disponibili.

Alice Channer, Megaflora (2021), Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue, Venezia, 2025

Nata a Oxford nel 1977 e oggi attiva a Londra, Alice Channer è una delle voci più originali della scultura contemporanea britannica. Formata al Goldsmiths College e poi al Royal College of Art, nella sua pratica usa materiali come metallo, cemento, tessuti e carta, esplorando la tensione tra corpo e ambiente postindustriale. Le sue opere, spesso ottenute deformando oggetti d’uso quotidiano o frammenti urbani mediante scansioni 3D, colate metalliche e lavorazioni digitali, indagano il paesaggio antropico e le tracce invisibili della presenza umana.

Channer ha esposto in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la South London Gallery, The Hepworth Wakefield, il Kunstverein Freiburg e la 55ma Biennale di Venezia. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti della Tate, del Guggenheim, dell’Arts Council Collection, del Pérez Art Museum di Miami e di molte altre raccolte pubbliche e private.

L’allestimento veneziano enfatizza le ambiguità che da sempre attraversano il lavoro di Alice Channer. In Megaflora, un comune stelo di rovo viene “trasfigurato” in colosso contemporaneo attraverso la tecnologia, evocando tanto le sculture votive arcaiche quanto gli innesti artificiali di un mondo post naturale. Il risultato è un oggetto visivamente seducente e al tempo stesso perturbante, che rimette in discussione le categorie di organico e artificiale.

Nella sua collocazione presso il Museo di Storia Naturale, tra fossili, minerali, collezioni botaniche e zoologiche, l’opera dialoga con un sapere enciclopedico e stratificato, incentrato sul mondo naturale. Corpo alieno inserito in un contesto scientifico, Megaflora diventa catalizzatore di una riflessione più ampia sulla trasformazione della materia, sulla preservazione del vivente e sul ruolo dell’immaginazione artistica in un’epoca segnata dalla crisi ecologica e dal predominio tecnologico. L’opera sarà esposta a Venezia fino al 28 settembre 2025.

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