Daniel Buren, In Situ (Visuels). Facciata Rougier&Plé, 15 boulevard des Filles du Calvaire
Si chiama In Situ, è stata creata ad hoc per la facciata della boutique di Rougier&Plé, a Parigi, nel cuore del quartiere Marais. E ha un autore d’eccezione, immediatamente riconoscibile: il francese Daniel Buren. Grandi bande verticali alternate, bianche e colorate, larghe 8,7 cm e armoniosamente giustapposte accanto a finestre colorate (cioè il classico “visual tools” di Buren). Il tutto ovviamente finanziato dall’azienda, che festeggia il suo 170° anniversario e punta a «inserirsi pienamente nell’evoluzione architettonica del luogo». Così l’opera dell’artista troverà casa, letteralmente, dal prossimo 19 settembre, ben visibile in boulevard des Filles du Calvaire.
«Questa trasformazione del luogo d’accoglienza», commenta Buren, «può avvenire per il luogo, contro il luogo o in armonia con esso. In ogni caso, c’è sempre una trasformazione, anche se l’elemento che cambia di più è spesso l’agente trasformatore. Ci sono sempre due elementi in gioco: l’utensile che agisce sul luogo e il luogo che agisce sull’utensile, influenzandosi a vicenda in misura variabile. Il risultato finale è sempre la trasformazione del luogo da parte dell’utensile e la comprensione del senso di quest’ultimo attraverso il suo utilizzo nel e per il luogo stesso».
Rougier&Plé, storico marchio che produce colori e strumenti per l’arte, ha la missione di «condividere il piacere di comprendere, apprendere e creare insieme». Dal prossimo autunno avrà una nuova facciata fortemente identificativa grazie al progetto di Buren – pittore, scultore, plasticista, vincitore di numerosi premi come il Leone d’Oro per il miglior padiglione della Biennale di Venezia (1986), l’International Award for Best Artist di Stoccarda (1991) e il Premium Imperiale per la pittura di Tokyo (2007).
Da settembre, il progetto In Situ rappresenterà per l’azienda «un’opportunità di riscoperta del suo spazio storico», che si integra perfettamente con il boulevard e con le sue facciate dalle verticali ritmate e coerenti, rimanendo un luogo di ispirazione unico aperto a tutti. «Rende sempre più coerente questo insieme di edifici indipendenti: l’architettura equilibra e l’opera unisce».
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