Cantica 21. Dante Alighieri e gli artisti italiani (Marinella Senatore)
La Divina Commedia, un capolavoro della letteratura di tutti i tempi e tra i libri più venduti al mondo, continua a far parlare di sé, e questa volta attraverso cinque superbi progetti d’Arte Contemporanea. Valentina Furian, Marinella Senatore, Marta Roberti, Silvia Camporesi e Leone Contini sono gli artisti selezionati per la mostra “Cantica 21. Dante Alighieri e gli artisti italiani” attualmente accolta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi fino all’11 maggio prossimo. Promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero della Cultura, in occasione del settecentenario della morte di Dante Alighieri (1321-2021), la mostra è legata al progetto itinerante Cantica21 Italian Contemporary Art Everywhere che vede la partecipazione di 45 artisti. L’iniziativa vuole promuovere e valorizzare la produzione di opere di artisti italiani o residenti in Italia esponendo le loro opere negli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Valentina Furian presenta l’installazione video-sonora a doppio canale, Ciacco (Collezione Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia), il nome di un dannato noto per la sua ingordigia che ritroviamo nel canto VI dell’Inferno. Siamo nel girone dei peccatori di gola colpiti da pioggia battente e grandine, questi sono sorvegliati da Cerbero, il mostro a tre gole. Questo video guarda alle dinamiche relazionali tra animale e umano.
L’installazione A salir a le stelle (Collezione Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia) di Marinella Senatore si ispira ai canti XXIV e XXV dell’Inferno, ossia nella bolgia dei ladri dove c’è Vanni Fucci di Pistoia, un guelfo nero. Oltre alla trascrizione di passaggi danteschi, qui troviamo di color bronzo, argento e piombo, tre sculture identiche di donne che danzano. La loro energia e positività alludono a una sorta di riscatto dell’anima dannata di Fucci, da qui il titolo A salire a le stelle, verso che chiude il Purgatorio. Bestiario dell’altro mondo di Marta Roberti, è un’installazione sulla metamorfosi tra animale e umano che prende la forma di un grande libro leporello a mo’ di paravento questo è composto da otto disegni su carta carbone retroilluminati. Il tema è quello degli animali incontrati da Dante nella Divina Commedia.
Silvia Camporesi presenta La dottrina nascosta (Collezione Museo d’Arte Contemporanea di Lissone), un’installazione fotografica per la quale ha preso spunto dal testo L’esoterismo di Dante (1925) di René Guenon, e lavorato sul simbolismo numerico presente nella Commedia, vedi le tre coppie di numeri quali: 3 e 9, 7 e 22, 515 e 666. L’opera, composta da 22 disegni e fotografie, guarda anche alla grande iconografia della tradizione esoterica, come al noto testo di alchimia l’Atalanta fugiens di Michael Maier o a La Torre di Babele di Athanasius Kircher come alla roulette francese. Leone Contini in Monte Purgatorio (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato), ricompone la montagna dantesca dell’espiazione che diventa un “luogo purgatoriale della contemporaneità ”. Questo presenta un cumulo di ciottoli con in cima una piantina che prende energia e vita dai detriti. Non sono molti gli autori di letteratura che hanno ispirato l’arte figurativa tanto quanto Dante, con la sua iconica tunica rossa e corona d’alloro, e la Divina Commedia. Il suo primo ritratto è stato eseguito da Giotto, seguito da altri come quello di Botticelli, senza contare l’immensa iconografica dedicata alla Divina Commedia, vedi le note illustrazioni di Gustave Doré. Nel corso degli anni sono state diverse le iniziative culturali dedicate alla relazione tra il Sommo Poeta e l’arte figurativa. La casa di Dante a Torre de’ Passeri in Abruzzo, per volere di Corrado Gizzi, ha organizzato diverse mostre con grandi interpreti figurali di Dante, si va da Michelangelo, a Raffaello, a Signorelli, a Gabriel Rossetti, a Sassu, a Guttuso, e via dicendo. Il mondo immaginario della Divina Commedia ha stimolato la creatività di artisti di tutti i tempi per la sua capacità di parlare di problematiche facilmente riconducibili a ogni epoca, in cui il protagonista è l’umano attanagliato tra il bene e il male. Questa mostra parigina alimenta inoltre un vecchio dibattito su un presunto e “misterioso” viaggio di Dante a Parigi.
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