Pereto non è lontana da Roma ma abbastanza lontana da non consentire di vedere la capitale. O meglio, ti sembra di vederla, ma attraverso un cannocchiale rovesciato. Forse proprio per questo Monitor ha scelto la sua sede peretana per organizzare una collettiva di gallerie romane (ed è solo la prima parte, la seconda, con altre gallerie, aprirà dopo l’estate), a ribadire sia la vitalità di una scena, quella romana, che tutto sommato è uscita indenne, se non rafforzata, dalla tempesta pandemica, sia la consapevolezza, e la necessità, delle singole realtà galleristiche romane di far parte di una rete, di un sistema complesso, in cui ogni peculiare individualità può coesistere fruttuosamente con le altre secondo dinamiche alternative alla mera competizione e all’isolamento.
E del resto la scelta di artisti, le cui opere popolano in armonia gli spazi articolati e generosi di Palazzo Maccafani, comprova non solo l’alta qualità delle proposte delle gallerie coinvolte, ma quanto le loro identità e percorsi siano ormai ben definiti, consolidati, e non in antagonismo tra loro, bensì, oseremmo dire, complementari.
Basta accorgersi di quanto differenti siano i linguaggi e i toni delle opere in rassegna, dai delicati dialoghi animali-umani di Marta Roberti (z2o Sara Zanin), alle immagini misteriose di Gianni Di Rosa (Galerie Rolando Anselmi), alle divagazioni sulla natura materiale della pittura di Jakub Czyszczon (Ermes Ermes); dalle sculture vagamente sciamaniche di Caroline Mesquita (T293) alle ceramiche giocose e divertite di Davide Monaldi (Studio Sales); dall’installazione ambientale costruita da Eduardo Fonseca e Silva & Francisca Valador (Matèria) alle Muse di Elena Mazzi (Ex Elettrofonica), video riflessione sul rapporto tra mitologia e violenza di genere, ospitata nella cisterna del Palazzo.
Evento insolito, inedito, forse ardito per certi versi, Collettiva#1 arriva a rafforzare le basi per il dialogo tra le maggiori realtà galleristiche romane, portandole a incontrarsi – anche fisicamente, socialmente, il giorno dell’inaugurazione – in una sorta di zona neutrale, che non è una fiera d’arte, ma uno spazio espositivo solitamente vivo e attivo.
Perché da Pereto forse non si vedrà Roma, ma in queste settimane si può approfittare di una vista d’insieme sullo stato di salute del sistema galleristico romano.
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