Immagine della mostra “NADA” di Thierry De Cordier. Foto: Agostino Osio. Courtesy Fondazione Prada
Ospitata nei tre ambienti della Cisterna, l’esposizione presenta monumentali dipinti dalla serie NADA di Thierry de Cordier, realizzati tra il 1999 e il 2025, in cui il focus è la volontà di cogliere la maestosità del Nulla. Le grandi sale in cemento della sede milanese della Fondazione fungono da luoghi sospesi, dall’atmosfera riflessiva, spirituale ma anche metodica nella ricerca: le prime opere della serie esposta, infatti, derivano dal tentativo di cancellazione dell’immagine della crocifissione. Come afferma lo stesso artista: “il mio primo dipinto nero (oggi distrutto) era il risultato di una sola intenzione: abolire l’immagine del Cristo in croce sebbene solo in maniera simbolica. Non ho mai pensato di realizzare un bel quadro. Il mio unico obiettivo era annientare, dal punto di vista simbolico, un’iconografia cristiana dalle radici profonde […]”. In NADA, quindi, si parla della spiritualità incanalata nel vuoto potenziale.
Le dieci opere esposte, alcune di dimensioni monumentali altre di medio-piccola grandezza, appaiono come dipinti svuotati da simboli o, meglio, studi monocromi sul significato del Nulla inteso come spazio originario. È il vuoto, pensiero dell’unica cosa necessaria per far vivere la vita dentro sé, il vero soggetto che abita le tele con maestosità e senso del Sublime. Si parte dallo studio dell’iconografia cristiana intesa come restituzione spirituale del credo, per poi togliere le simbologie e liberare la spiritualità da quest’ultime. Thierry De Cordier attua una pittura dalle solide basi storico-artistiche, per poi agire di sottrazione ed arrivare al nocciolo concettuale della questione. “NADA”, oltre che al titolo dell’esposizione, si ritrova anche come iscrizione che appare in alcuni dipinti al posto della storica scritta INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum), che secondo i Vangeli fu affissa sulla croce di Cristo ed è stata raffigurata da numerosi artisti nelle loro rappresentazioni della crocifissione.
Esporre i dieci lavori della serie NADA nello spazio della Cisterna è una scelta intenzionale: L’architettura post-industriale, che comprende tre sale sviluppate in altezza e illuminate dalla luce che filtra da grandi finestre nella parte superiore, evoca uno spazio sacro o ecclesiastico in termini di dimensioni e conformazione. Ogni stanza, in totale tre, ospita al suo interno una grande struttura-totem con ante laterali aperte. I dipinti monumentali sono affissi al centro del lato principale di ogni struttura, mentre sui lati corti sono presenti lavori di dimensioni minori incastonati in nicchie intime. Importanti sono anche le sedute posizionate frontalmente ai grandi dipinti che fungono da luogo di contemplazione e riflessione. Nonostante il richiamo al sacro e all’ecclesiastico sia per la stessa natura di forte impatto della mostra, i lavori di De Cordier hanno la capacità intrinseca di toccare diversi livelli della percezione umana: dalla spiritualità (qualsiasi essa sia) al senso di vertigine del Nulla che, paradossalmente, si rivela fondamentale come luogo originario di contemplazione-azione.
Il soggetto esplicito della Crocifissione viene omesso ma vive comunque nel Nulla, insieme a ogni slancio spirituale in divenire. Sono, di fatto, opere che parlano all’esistenza spogliata di simboli e di tempi, arrivando al cuore più intimo e vertiginoso del Sublime.
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