Fondazione La Raia, Riccardo Previdi, Moodclock, 2025 Ph. S.Cozzi
Arrivati a Serralunga d’Alba si fa notare, con le sue quattro facce sospese/appese al campanile della chiesa sconsacrata di San Sebastiano. Perfettamente allineato al contesto, tra forme ricalcate sui fornici del campanile stesso, travi in legno assemblate a mo’ di scuri (ma che un po’ ricordano anche le assi di una botte, d’altronde il vino è nel dna del luogo) e colori naturali che vanno dal verde al bordeaux. MOODCLOCK non è solo un site specific, è il nostro nuovo oggetto del desiderio firmato Riccardo Previdi (Milano, 1974) per Fondazione La Raia, realtà istituita da Giorgio Rossi Cairo assieme ad Irene Crocco e diretta da Ilaria Bonacossa.
MOODCLOCK è l’orologio a cui mai avresti pensato, ma che un Previdi immerso nelle Langhe ha pensato per te. «Non è nato così» racconta l’artista, partito da un’idea iniziale a base di bandiere (tema a lui caro, Fun with flags vi dirà qualcosa) e pensando a un intervento focalizzato sulla location di Tenuta Cucco. Ma un artista sa che ogni progetto corre per conto suo, così MOODCLOCK alla fine si è espanso fino a toccare un campanile già privo di orologio e campane, conservando intatte due caratteristiche originarie: iconicità pari a quella d’una bandiera e presenza in Tenuta, all’interno di una finestra cieca, elemento architettonico che Previdi definisce «un’anomalia». Un’anomalia che di fatto l’artista, da fine interprete del presente quale è, ha trasformato in un’ulteriore anomalia: un campanile a cinque facce.
Caratteristica principale di MOODCLOCK è un approccio comunicativo in stile emoticon (quindi “popolare” nel senso più coerente del termine), abbinato alla linearità degli incastri di geometrie (cerchi e semicerchi) che trasforma in stati d’animo. Stati d’animo che regolano il nostro esistere, un tempo inteso come ciò che viviamo e non subiamo in forma di lancette, tre elementi fisici cui abbiamo affidato l’indispensabilità di regolare con precisione un tempo che è tutto tranne che preciso. Ma anche tre elementi fisici in cui è difficile – qui volevamo scrivere “impossibile”, ma si sa mai qualcuno ci riesca – identificarsi. Tutto quello che, al contrario, si può fare con MOODCLOCK e le sue facce tarate sulla variabilità del nostro sentire e vivere il quotidiano, dai momenti felici a quelli di tristezza. In questo senso, MOODCLOCK è costantemente connesso con chiunque lo utilizzi. È smart senza essere uno smartwatch.
Già che abbiamo toccato il tema dell’identità, vi proponiamo un cambio di prospettiva, entrando in quello spazio dal sabor piranesiano che è l’interno della chiesa. Dove a interessarci è la verve da oggetto venuto da un altro pianeta di San Sebastiano (2022), scultura dalla superficie cromata e texturizzata che riflette il rosso di un neon. Quest’ultimo c’interessa ancora di più: Massimo (It’s just a matter of time) – tradotto “è solo questione di tempo” – è del 2023, anno in cui Previdi l’ha plasmato nel corsivo autografo del gallerista Massimo Minini. C’è il riferimento al tempo, ovvio, ma soprattutto l’interessantissimo tema previdiano di una calligrafia utilizzata come ritratto di persona. Quella scritta, It’s just a matter of time, è un’immagine plastica altamente rappresentativa. Una rappresentazione identitaria, presa e resa in un dato momento, in un piccolo istante di un tempo inteso come arco vitale. E qui vi volevamo portare, per lasciarvi con una domanda: riconoscersi giorno per giorno nei volti del MOODCLOCK non è un’espansione della medesima funzione identitaria?
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