Vallisaari, Helsinki, Photo © HAMHelsinki BiennialKirsi Halkola
Nuovo appuntamento per la Biennale di Helsinki che, dall’8 giugno al 21 settembre 2025 diffonderà le opere di 35 artisti di alto profilo in alcuni degli spazi più suggestivi della capitale finlandese. Tra questi, Vallisaari island, “l’isola dei bastioni”, con i suoi grandi alberi e le scogliere ricoperte di muschio, e l’HAM Art Museum, il museo civico, con una collezione di oltre 9mila opere, di cui molte esposte in luoghi pubblici. Per la prima volta, inoltre, sarà incluso anche l’Esplanade Park, una grande area verde nel centro della città, aperta già nel 1812 e molto frequentata dai finlandesi.
Circa la metà delle opere esposte saranno nuove commissioni e progetti site specific. Tra i primi artisti annunciati, nomi come Tania Candiani, Olafur Eliassion, Ernesto Neto e Otobong Nkanga, oltre a Band of Weeds, Ana Teresa Barboza, Sara Bjarland, Geraldine Javier, LOCUS (Tanja Thorjussen & Thale Blix Fastvold), Nabbteeri, Hans Rosenström.
Curata da Blanca de la Torre e Kati Kivinen, la terza edizione della Biennale di Helsinki sarà intitolata Shelter: Below and beyond, becoming and belonging – Rifugio: Sotto e oltre, divenire e appartenere e trae ispirazione dall’ecosistema protetto di Vallisaari, preservato dalle abitazioni degli esseri umani da decenni. In questo contesto di biodiversità e sullo sfondo di una crisi climatica globale, la Biennale ci invita a ripensare all’immagine del rifugio, considerato non come una barriera fisica contro le intemperie ma come uno spazio di nutrimento – psicologico, sociale o ecologico – dove tutte le forme di vita possono trovare protezione e prosperare. Allontanandosi da una prospettiva umano-centrica, la Biennale inviterà gli artisti a mettere in primo piano gli attori non umani – piante, animali, funghi e minerali – come protagonisti delle opere.
«La Biennale di Helsinki 2025 vede l’arte come fonte di rifugio e compassione, sia concettualmente che fisicamente», hanno spiegato le curatrici. «Animali, piante, insetti, minerali e altri attori non umani sono i protagonisti, la loro importanza e il loro ruolo nel benessere del nostro pianeta condiviso sono esplorati da varie prospettive interspecie».
Questa visione si concretizza nelle pratiche e nei principi etici della Biennale di Helsinki, che si distingue per il suo impegno nel prendersi cura del pianeta attraverso un approccio responsabile e fondato su criteri di sostenibilità sociale e inclusività. Dopo le prime due edizioni, la Biennale di Helsinki 2025 sta elaborando un ambizioso piano di sostenibilità, volto a tradurre la teoria in azioni concrete. Attraverso una valutazione costante della propria produzione e del relativo impatto – come dimostrato dallo studio del 2021 (consultabile qui) – la Biennale si allinea alla strategia della città di Helsinki, impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030.
Promossa dal Comune di Helsinki, la Biennale ha già formato una sua eredità, con opere pubbliche permanenti di artisti come Alicja Kwade e Laura Könönen e del collettivo Keiken. «La Biennale trasforma Helsinki in una città d’arte che attrae visitatori in lungo e in largo e rafforza il riconoscimento internazionale dell’intera scena artistica finlandese», afferma Arja Miller, direttrice della Biennale di Helsinki e dell’HAM Museum. «Vogliamo anche garantire che ogni edizione della Biennale lasci un’eredità duratura sotto forma di commissioni d’arte pubblica. Questo non solo crea un’impronta culturale positiva sulla città di Helsinki, ma abbraccia anche un modo di lavorare più sostenibile, massimizzando la presenza dell’arte in tutta Helsinki per le generazioni a venire».
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